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NON E’ UN MONDO AL CONTRARIO, MA SENZA DUBBIO MOLTO CONFUSO

Non è un mondo al contrario, ma certamente un mondo in confusione, dove purtroppo, ormai spesso regna l’improvvisazione e l’incompetenza, unita ad un ricorrente e diabolico quanto pericoloso, surreale, repentino, improvviso ed inspiegabile cambio dei ruoli, con le prevedibili conseguenze, creando inevitabili disagi e disorientamenti, per non parlare, nei casi più gravi, di nefaste conseguenze. Tutti, a diverso titolo, magari inconsapevoli, alcuni in maniera diretta, altri in maniera indiretta, altri ancora addirittura come protagonisti, volenti o nolenti tutti a vario titolo ne siamo coinvolti, e ne siamo testimoni.

Non si tratta di fare del catastrofismo e neppure di fare la “cassandra” della situazione, ma questa mia affermazione, rappresenta solo una semplice e naturale constatazione, che in maniera puntuale, si sta manifestando, ed è facilmente riscontrabile nel nostro vivere quotidiano.

Mi spiego meglio.

L’esempio e l’evidenza, anche mediatica, del caso di Roberto Vannacci, pur nel suo contrastato e discusso fenomenalismo, bene lo rappresenta. Il Suo, molto chiacchierato. Roberto Vannacci, Generale ed Alto Ufficiale dell’Esercito Italiano, autosospesosi dal servizio, neofita in politica, è stato infatti il protagonista di un autentico exploit politico, essendo stato appena eletto con ben 532.368 voti a Deputato del Parlamento Europeo (quando si pensi che nella medesima contesa politica, la Elly Schlein, segretaria nazionale del PD, ha preso circa 206.537 voti, e Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, e parlamentare di “lungo corso” ha preso “solo” 309.000 voti). Sempre sulla stessa “lunghezza d’onda”, come non citare, l’analogo esordio e successo elettorale, seppure risalente al alcuni anni fa, del grande comico e “guru politico 5 stelle ” Beppe Grillo, prestato “a fasi alterne” alla politica attiva!

In realtà, la problematica è ben più seria ed estesa! E coinvolge ormai anche un po’ tutte le altre nostre realtà nazionali, soprattutto le più ambite e quelle di potere.

Come non negare il penoso stato in cui versa il nostro attuale sistema legislativo e giudiziario! Le cui “disfunzioni” e le notizie delle autentiche malefatte perpetrate “dal vertice”, nel corso degli anni hanno ormai da tempo varcato i confini nazionali, generando oltre che seri imbarazzi, anche numerose interrogazioni parlamentari, richiami istituzionali, denunce a vario titolo, e diverse sanzioni anche a livello europeo. Sino alla nota vicenda “Palamara”, ex Presidente ANM, che con le sue confessioni ed incredibili rivelazioni, hanno sconvolto l’opinione pubblica, oltreché letteralmente umiliare l’intera Istituzione, nell’imbarazzante ed assordante silenzio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale pur nella Sua veste di Primo Magistrato che presiede il CSM, non ha ritenuto di commentare e/o proferire alcunché, così pure come non si è pronunciato neppure “il distratto giornalismo nostrano”.

Viceversa ed in piena contraddizione al nostro glorioso passato, è rimasto almeno il ricordo di quello che il “nostro” diritto romano iustitia, libertas e veritas , norme che per ben 13 secoli hanno costituito l’ordinamento giuridico romano, e hanno posto le basi delle democrazie mondiali!.

Stiamo assistendo a processi giudiziari infiniti, nei diversi gradi di giudizio, alcuni con sentenze dubbie, altri soggetti anche a revisioni, quindi spesso infine annullati. Così, viene spontaneo di scoprire il “vaso di pandora” e la triste realtà, che molti, magistrati sono in realtà ispirati, spinti e mossi dalla sola e frenetica ricerca della propria popolarità e della loro pubblica visibilità, sui social e nei media, come autentiche “primedonne”, star ed opinionisti di successo, su temi che spesso hanno ben poco a vedere con il loro autorevole, corretto ed austero mestiere di magistrati. Manco a dirlo, il loro unico obiettivo è finalizzato al loro agevole ingresso nella politica attiva del Paese. È sorprendente ed incredibile la naturalezza e la disinvoltura con la quale con un autentico “coup de theatre” il nostro protagonista “magistrato” si possa in un baleno “cambiare il berretto”, “cambiare d’abito” e voilà “ecco l’onorevole!”. Si pensi alla “prima” parabola di Tonino Di Pietro, magistrato di “mani pulite” eppoi fondatore e leader di un proprio partito politico, sino alla sua “discesa”, ed al Suo definitivo ritiro di ormai 10 anni fa. Ma non fu certo un caso isolato, si pensi agli altri magistrati: all’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, Pietro Grasso, Antonio Ingroia, Francesco Nitto Paola, Felice Casson, Gerardo D’Ambrosio, Anna Finocchiaro, Franco Frattini, Alfredo Mantovano, Luigi De Magistris, Michele Emiliano, Luciano Violante, Claudio Vitalone, Ferdinando Imposimato, Tiziana Parenti, Giuseppe Ayala, Carlo Nordio, solo per citarne i più famosi.

Non si differenzia molto una ulteriore “casta” di personaggi, facenti parte, per esempio del mondo sindacale: autentico “trampolino di lancio” per il futuro parlamentare politico in carriera, come quasi uno scontato premio “al merito”, o “alla carriera”, per il leader sindacalista mediatico, ma già in “onorevole odore politico”. Il tutto “spartito” in maniera equilibrata, democratica e trasversale: senza quindi privilegi politici di bottega: tanto a destra come a sinistra. E qui i nominativi non mancano di certo. Una stima con la lista completa composta dai neoparlamentari “fuoriusciti” dal sindacato sarebbe ardua, ma si ricordano: Luciano Lama, Fausto Bertinotti, Sergio D’Antoni, Sergio Cofferati, Renata Polverini, Savino Pezzotta, Cesare Damiano, Valeria Fedeli, Giorgio Airaudo, Giuliano Cazzola, Giorgio Benvenuto, Ottaviano Del Turco, Franco Marini, Bruno Trentin, Pierre Carniti, Girolamo Tripodi, Antonio Guidi, Tiziano Treu, ecc. ecc.

Quale è la situazione della giustizia italiana livello investigativo.

Purtroppo, come ben sappiamo e leggiamo quotidianamente nelle folte pagine della cronaca nera, l’Italia, al pari delle altre nazioni, è indubbiamente contrassegnata da innumerevoli crimini ed eventi delittuosi. Al di là delle brillanti e romanzesche operazioni di polizia investigativa bene rappresentate nelle numerose ed appassionanti telenovelas televisive di successo, i reali risultati investigativi nazionali, sono in realtà ben più modesti. La mediocrità, il basso livello profuso, e la conseguente efficienza delle indagini ne risentono, e la professionalità dei nostri Ispettori di Polizia, spesso è oggetto di critica e di reprimenda anche degli organi di informazione e dei numerosi servizi giornalistici, che ne evidenziano molte volte la goffa incapacità, spesso tragicomica, seppure involontaria, unita a diversi comportamenti maldestri che arrivano molte volte a compromettere i risultati delle indagini stesse. La conseguenza è che innumerevoli sono i delitti che rimangono impuniti, e quindi spesso trovano giustizia solo quelli che sono frutto di autonomi pentimenti, o di volontarie confessioni.

Della famosa deontologia professionale poi, nessuno più ne parla, a nessun livello e per nessuna categoria. Al contrario si stanno evidenziando esasperate ed estreme forme di corporativismo che accecate da evidenti soli scopi economici e di interesse personale, sono disposte a “blindare” i soli diritti degli assistiti, in maniera ferma, rigorosa ed assoluta, non accettando alcuna forma di mediazione o anche la semplice discussione di eventuale altra ragione alternativa.

Importanti ed essenziali servizi tradizionalmente presenti nel paese, da sempre certi ed assoluti punti di riferimento, come le Poste Italiane, in maniera graduale, ma inesorabile, hanno tralasciato la loro originaria e storica vocazione, oltre che importante funzione primaria, della puntuale gestione della corrispondenza, a favore di nuove attività, forse più lucrose e remunerative, come gli ambiti finanziari- bancari, la telefonia, le assicurazioni e lo shop di alcuni negozi. Le conseguenze, manco a dirlo, sono state lo scadimento verticale dell’originario e rinomato servizio postale statale, con la segnalazione di numerosi disservizi postali ed il comprensibile disorientamento ed il disagio della popolazione, creando la necessità e le premesse per la nascita di altre forme private di gestione della corrispondenza postale per tentare di sopperire a tutto ciò.

Nemmeno la Chiesa, a mio modesto avviso, è rimasta indenne da questi innati trasformismi, e malaugurate mutazioni. La barca della Chiesa, si sa, da sempre in balia di tempeste, oltre che da guerre interne e scismi, ha dovuto fronteggiare anche le diverse rivoluzioni e le guerre fratricide di 2000 anni, e certamente saprà superare anche questa che è una vera e propria deriva. Il XX secolo è stato contraddistinto da importanti papi, ma soprattutto dal Concilio Vaticano II. Ha goduto della santità e della grandezza di santi papi, come San Giovanni XXIII, San Paolo VI, Beato Giovanni Paolo I, San Giovanni Paolo II, e Benedetto XVI. L’attuale papato di Papa Francesco, unitamente ad una buona parte dei consacrati, a mio avviso, ha ritenuto di dover privilegiare i pur lodevoli aspetti umanitari a scapito e rispetto a quella che è la vera missione propria della Chiesa. Pertanto, spesso si registra, nei messaggi del Santo Padre, così come nel comportamento dei sacerdoti della chiesa periferica, la trascuratezza della Dottrina e la “cura” dei fedeli, a favore del puro assistenzialismo, ottimo sentimento questo, ma innata prerogativa di altre benemerite associazioni all’uopo preposte.

Queste sono solo alcune piccole considerazioni, che però possono, sempre a mio avviso, già rendere l’idea del “rimescolamento di carte in atto”. Non deve sorprendere pertanto, lo sconcerto, lo scoramento e lo smarrimento di buona parte della popolazione, le cui principali reazioni, sono poi quelle di disamore e di disinteresse generalizzato della politica e della “cosa pubblica”, oppure di protesta cieca e di forte contestazione, a prescindere.

Viste le premesse, buona fortuna a tutti! Ne abbiamo davvero bisogno!

Franco Pomerano

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