Ad un anno dalla frana, sono tre gli anziani colpiti da crepacuore Noli, addio a Carla Fois: fu sindaco, assessore “Mi hanno rovinata!” Sfollata da via Belvedere Si era battuta contro i box con una raccolta di firme. Non si dava pace |
Noli – Ci ha lasciato Carla Bologna Fois, 90 anni, sindaco di Noli dal 1990 al ’95, a capo di un giunta eterogenea. Lei liberale, due assessori erano del Pds. Prima ancora, dal 1985 al ’90, aveva ricoperto l’incarico di assessore alla Cultura nel governo del primo cittadino Carlo Gambetta. E’ stata insegnante di disegno delle scuole medie, una grande passione per la pittura. Ha lasciato centinaia di quadri, molti custoditi nell’abitazione di via Belvedere, ai quali era legatissima. Donna mite, colta, buona, aveva saputo farsi stimare e voler bene dai concittadini. Il destino ha interrotto la sua vecchiaia mentre era ospite del “Ruffini” di Finale. Ci ha lasciato tormentata da un pensiero fisso. A chi andava a trovarla ha ripetuto fino all’ultimo: “Mi hanno rovinata!”. Pensava alla casa di via Belvedere 18 che era stata costretta ad abbandonare in fretta e furia il 16 dicembre di un anno fa. Causa frana per la costruzione di box sottostanti; nel corso dei lavori intervennero i vigili del fuoco, seguiti dall’ordinanza di sgombero del sindaco. Un dramma, una sofferenza, una ferita profonda, soprattutto per persone anziane. Non sarà un caso se Carla Fois sia la terza inquilina, di via Belvedere 18, a chiudere gli occhi dopo il triste evento. Prima di lei non aveva retto il cuore di Giovanni Sobrio, ex comandante di nave, figlio di pescatore siciliano, una figlia ingegnere in Val Bormida. Si è spento anche il rag. Antonio Torelli, nota famiglia di albergatori. I funerali di Carla Fois, domani, mercoledì, alle 10,30, nella cattedrale di Noli. Non aveva figli, lascia una nipote, e quanti hanno continuato a starle vicino, aiutarla, incoraggiarla. Era rimasta vedova, dopo aver vissuto le sofferenze di una mamma epilettica, il papà impiegato comunale. Il marito ufficiale dell’esercito, andato in pensione quando era in servizio alla Fanteria di Albenga. Carla Fois ha continuato ad abitare al civico 18 di via Belvedere e quando venne presentato il primo progetto per realizzare i box in un’area di interesse archeologico – come si rivelò in buona parte – fu tra i promotori di una raccolta di firme affinché il Comune desistesse dall’obiettivo. Tutto inutile. La situazione finì per precipitare, creando un’ansia crescente, amarezza, sconforto, con le prime lesioni nel palazzo in cui abitava al primo piano. Fino allo sgombero vissuto alla stregua di una tragedia. E non aggiungiamo nulla di inedito ricordando cosa significa per un anziano perdere la dimora di una vita, magari di lavoro, sacrifici. Carla Fois, persona onesta, irreprensibile, che quando sbagliava come accadde in occasione del Piano particolareggiato del centro storico (causa interessi di un suo assessore), aveva dimostrato buona fede, vittima dell’ingenuità, delle fiducia riposta. Dicevamo costretta ad abbandonare il suo alloggio, con pareti ricche dei quadri, passione e dedizione di una vita. Con lucidità, nella sofferenza, ha trascorso gli ultimi mesi da sfollata; il Comune le aveva assegnato un alloggio. Ha finito per conludere l’ultima tappa della sua esistenza tra ospedali e centri assistenza per anziani. Tormentata da quella che considerava una grande ingiustizia. Un torto subito. Aggravato dall’evolversi e dalle lungaggini del contenzioso. Incolpevole, ma chiamata a fare fronte a continue spese e per ultimo – come ha pubblicato Trucioli Savonesi, domenica 28 novembre – persino la condanna alle spese legali. Due volte vittime e innocenti. L.C. |