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Noi x Savona sul consiglio comunale di ieri

CONSIGLIO COMUNALE DI IERI
Nel Consiglio comunale di ieri sono tornate in discussione le pratiche sulla tassazione comunale non votate nel Consiglio del 10 marzo  per  mancanza del numero legale.
Il Consiglio è cominciato con quasi mezz’ora di ritardo. Grande nervosismo nei banchi della maggioranza. Si scoprirà poi che…
il ritardo era in realtà un prendere tempo, in attesa che si risolvesse un bel problema:  sull’emendamento presentato  dal Sindaco (con le riduzioni della TARI per alcune categorie di esercenti)  mancavano le firme di due (dei tre) Revisori dei conti. La pratica  era compiutamente impostata. Invece l’emendamento, presentato all’ultimo minuto,  non era ancora formalmente completo, in quanto era stato firmato solo dal presidente del Collegio dei Revisori. Secondo l’opposizione, non si sarebbe potuto presentare un emendamento in tali condizioni. Nuova sospensione (lunghissima) chiesta dalla maggioranza! Viene annunciato che le due firme sono arrivate. C’è però un particolare: non sono firme di posta certificata. Viene richiesto allora di vedere le email di accompagnamento delle firme. E, come risposta, viene distribuito a tutti i Consiglieri la foto (!) della videata, in cui si vede solo la pagina iniziale della dichiarazione dei revisori, ma non la pagina con le  loro firme!
Insomma! Perché la maggioranza non ha dichiarato fin dall’inizio che c’era il problema del ritardo delle firme? Avrebbero potuto chiedere l’inversione dell’ordine del giorno e trattare altri argomenti, in attesa che l’emendamento venisse perfezionato. Come opposizione abbiamo deciso allora  di non partecipare al voto.
Nella dichiarazione di (non) voto sollevo critiche sull’aumento delle tariffe a proposito delle quali non abbiamo ricevuto chiarimenti in Commissione. Inoltre non condivido il metodo seguito dall’Amministrazione che ha preparato le nuove tariffe senza coinvolgere le opposizioni.
E sono già quattro anni che chiedo che le tariffe non vengano decise dalla sola maggioranza.  Le due pratiche passano con qualche fatica, perché sono rimasti in 17 a votare e la maggioranza è costituita da 16 votanti.
Finita questa votazione, gran parte del PD si alza e se ne va. Però anche la minoranza non scherza: sono assenti Marson e Prefumo e poi Benvenuto  e Delfino. Romagnoli, Parino  e Santi che  erano presenti, sono già usciti. Bracco ormai fa parte della maggioranza, per cui l’opposizione è rappresentata da quattro Consiglieri  (Arecco, Bussalai, Debenedetti, Pongiglione).

In questo modo il PD ha ottenuto di far mancare il numero legale e il presidente Casalinuovo ha dovuto chiudere il  Consiglio. Ma quali temi sono così preoccupanti? Le pratiche all’o.d.g. erano una serie di mozioni su vari argomenti. In particolare una richiesta relativa al divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, su cui sarebbe stato importante deliberare. E poi, tra gli altri, il problema dell’introduzione dei Referendum nello Statuto comunale.

E’ proprio singolare l’atteggiamento del PD nei confronti del Referendum: a Savona sono già due volte che i Piddini ne bloccano l’introduzione nello Statuto,  ma anche la posizione del Governo è chiaramente ostile. Con l’invito all’astensione il 17 aprile, sul Referendum no triv,  Renzi mostra di considerare un optional la partecipazione popolare. Va bene solo quando sono in ballo consultazioni che possono essere “controllate” come le Primarie. Ma lo strumento con cui  i Cittadini potrebbero esprimersi liberamente su grandi temi, non va più bene e scatta un sistema di difesa del potere costituito, sistema assai poco democratico, e i Piddini savonesi sono perfettamente in linea.

Molto probabilmente non riusciremo a far passare il Referendum prima  della metà di aprile, data oltre la quale il Consiglio non potrà più deliberare, in attesa delle elezioni.

  Daniela Pongiglione

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