NIENTE INCENERITORI IN LIGURIA E TANTOMENO IN VALBORMIDA

 
NIENTE INCENERITORI IN LIGURIA
E TANTOMENO IN VALBORMIDA
L’annuncio con il quale il governo “renziano”, con il benestare della finta opposizione “berlusconiana”, ci ordina che anche la Liguria dovrà abbassare la testa e costruire un inceneritore sul proprio territorio, ci fa preoccupare.
Temiamo che a qualcuno possa venire in mente di “indicare” la nostra valle quale luogo candidato per installare questo mostro, anche perché fino ad ora non ci hanno fatto mancare nulla: aziende inquinanti, discariche, biodigestore, cementifici, siti contaminati, centrali a biomasse, cave riempite con smarini e amianto.

Ora sospettiamo siano in arrivo centri per il trattamento di rifiuti speciali e pericolosi, altre discariche e ci sono tutti i presupposti per un bell’inceneritore, magari al posto di quel cementificio smantellato di recente a Bragno costato 25 milioni e mai entrato in funzione, tanto per completare la filiera della rumenta.

L’incenerimento è quanto di più sbagliato può essere applicato alla gestione dei rifiuti essendo che la materia non si crea, non si distrugge ma si trasforma in ceneri, fumi e calore in questi costosissimi impianti, denominati “termovalorizzatori” per farli piacere alla gente.

Con l’incenerimento la rumenta non sparisce per magia come vogliono fare credere ma, tolta la parte umida che non brucia, di quella asciutta combusta rimane almeno un 30% di ceneri, anche tossiche, da smaltire in apposite discariche mentre il resto si trasforma in fumi contenenti sostanze altamente nocive tra le quali diossine e polveri sottili PM10 – PM2,5, rilasciate in atmosfera con impatti devastanti sull’ambiente e sulla salute delle persone.

Il calore in eccesso, viene smaltito in aria e in acqua per produrre pochissima energia elettrica, in parte riassorbita dall’impianto per il suo funzionamento, incentivata oltremisura con i fondi pubblici del Cip6, destinati sulla carta alle fonti rinnovabili, ma invece, unitamente agli elevati proventi dello smaltimento dei rifiuti, sono destinati all’arricchimento dei proprietari degli inceneritori.

Il riciclaggio è antitetico all’incenerimento perché sottrae il “combustibile” a questi impianti rendendoli inutili e antieconomici come realmente sono.

Ricordiamo che leggi italiane e comunitarie obbligano i comuni a quote di riciclaggio del 65%. Quindi invitiamo le “renziane menti nostrane” amanti di biodigestori, depositi di bitume, inceneritori, e quant’altro anti ecologico, a non proporre in nessun modo un sito regionale per un impianto del genere, tantomeno la Valbormida già pesantemente contaminata.

Ovviamente non staremo a guardare o subire tali imposizioni, fatte da politici che guardano più agli interessi di certi imprenditori del settore che alla tutela dell’ambiente e alla salute dei cittadini.

Chiediamo a tutti gli amministratori locali di prendere immediatamente netta posizione sull’argomento, auspicando massima trasparenza in modo che non accada ciò che è avvenuto a Savona per il progetto di costruzione del deposito del bitume dove, vergognosamente, tutti si sono “accorti” e scandalizzati per la sua esistenza ad autorizzazione conseguita.

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