Fiumi di lacrime di coccodrillo in piena versate da amministratori improvvidi porto-regione-prefettura-comune etc., con l’arte drammatica di altissima scuola teatrale, lacrime subito evaporate e asciugate magicamente come in un giorno di tramontana secca come da consolidato copione. Giunti alla chetichella al capezzale della piattaforma APM Maersk-Cosco di Vado Ligure, a consumare il solito nulla e prendere atto giusto ieri del tempo prezioso perso finora. Il parto? “CABINA DI REGIA”. Ci mancava solo la colonna sonora di Sergio Leone (“Per un pugno di dollari”) a santificare l’ufficialità sgangherata e tardiva, tanto inutile quanto un frigorifero al Polo Nord. Lo abbiamo previsto da sempre. La Piattaforma di Vado partirà (se partirà) riversando sulla fragile area urbana una inaccettabile scia di camion, in mancanza di qualsiasi accenno di bypass per rendere più sostenibile un investimento discutibile dove la collettività di supporto ha sborsato e sborserà cifre considerevoli.
Ne consegue che doverosamente ora non resta altro che aprire 4 contenziosi pesanti:
1. monitoraggio delle opere ferroviarie pensate e non pensate;
2. verifica dei tempi di costruzione e avvio in servizio del nuovo Casello Autostradale di Vado-Bossarino;
3. verifica dei piani di assunzione del personale addetto alla piattaforma portuale nel rispetto dei piani d’impresa dichiarati a monte dell’investimento.
4. il corridoio stradale, lotto in sempiterna costruzione di Aurelia-bis e maquillage della parte più propriamente a Ponente dell’esistente.
E questi vorrebbero presentarsi al mercato dello shipping attirando traffici e investitori, presentando una orografia da bagni marini e fasce d’ulivo e la assoluta mancanza di infrastrutture ferroviarie e stradali? Più facile vendere caloriferi all’equatore. Non siamo fatti per questo business!
INDOVINELLO: chi trarrà vantaggi in campagna elettorale alle elezioni regionali rovesciando la frittata?
ENRICO VIGO da Pilotina blog