Questo risveglio generale, questa voglia di esserci e di contare non può che rallegrarci, ma deve contemporaneamente essere accompagnata da uno sguardo particolarmente lucido, che – sulle prospettive future del progetto – vada al di là delle apparenze.
Vi spieghiamo il nostro perché.
Sull’ex vice sindaco, Gilardi, a furor di popolo soprannominato “a sua insaputa“, abbiamo già scritto.
Registriamo che il Partito è impegnato a renderlo presentabile accompagnandolo nelle sue prime uscite pubbliche.
Lo ha fatto con l’incontro previsto (ma non ancora tenutosi) a Porto Vado: nel programma il suo nome è stato CAUTAMENTE inserito piccolo, al fondo, con quello di Russo a fare da richiamo.
Lo ha fatto con la stessa manifestazione, dove è CAUTAMENTE comparso sotto l’unica bandiera presente del PD, e attorniato dal quadrato dei suoi fedeli.
MA NOI NON DIMENTICHIAMO che, in coerenza con le sue posizioni passate, ha ribadito che “attende il responso della VIA”, esattamente come Toti: la VIA come supremo oracolo cui appellarsi per delegare scelte difficili.
Anche il consigliere regionale ci ha pensato qualche mese prima di prendere posizione, ben dopo che lo avevano fatto altri della sua parte politica, ad esempio i consiglieri Gianni Pastorino e Ferruccio Sansa. Ad agosto aveva dichiarato: “Sono contrario ai no ideologici, ma non possono neanche esistere i sì senza condizioni”. (Leggasi compensazioni). Quando però ha capito che il NO era la strada vincente per dare ossigeno a se stesso e al Partito, si è scatenato in più di una iniziativa:
Ha reso noto il problema dell’ampliamento dell’Area Marina Protetta.
MA NOI NON DIMENTICHIAMO che l’Amministrazione di Bergeggi, di cui Arboscello ha fatto parte dal 2009 come consigliere e dal 2014 come sindaco, non ha mai sollevato una qualsiasi questione di incompatibilità dell’AMP con la piattaforma Maersk.
Lo stesso dicasi per il deposito GNL previsto in area portuale (Comune di Bergeggi): silenzio assordante come Consigliere regionale, mentre Rebagliati, suo successore a sindaco ora approdato al gruppo dei contrari, si era all’inizio dichiarata aperta al dialogo, per trovare “un giusto punto di equilibrio”. (Leggasi compensazioni).
Ha organizzato una conferenza stampa in cui ha affermato che le ragioni dello spostamento della Golar Tundra sono solo politiche: non vorremmo dover leggere questa affermazione come un “lasciamola a Piombino”, in contrasto con quanto affermato da Natale, segretario regionale PD, sulla non-emergenza del gas.
Ha avviato una raccolta firme online: la scelta era già stata intrapresa fin dai primi giorni da altri soggetti; sarebbe interessante sapere se Arboscello aveva firmato quelle raccolte.
CONCLUSIONE
Manteniamo uno sguardo preoccupato sul futuro del progetto soprattutto per l’esperienza maturata sulla piattaforma portuale
Non sottovalutiamo la differenza tra le due situazioni: a contrastare la piattaforma c’eravamo solo noi vadesi (o meglio “parte” dei vadesi) perché tutti gli altri erano dall’altra parte: il Governo centrale, la Regione Liguria (anche se di diverso colore rispetto all’attuale), il Comune di Vado e quelli vicini, i sindacati, le categorie economiche, la stampa: una cordata che, per consentire la realizzazione del progetto, ha fatto scempio di legalità, democrazia, rispetto della propria parola e della propria firma.
Oggi invece l’alleanza di chi si oppone è molto ampia; e soprattutto in prima fila ci sono i Comuni, anello forte della catena.
È perciò doveroso conservare una dose di ottimismo, ma la solita esperienza ci avverte che qualcuno degli odierni contestatori sarà pronto a dire di sì, spacciando per vittoria l’ottenimento di qualche modifica progettuale: ci sono indizi sufficienti per presumere che tra loro ci sarà il PD.
PERCHÉ NOI NON DIMENTICHIAMO:
chi ha stracciato la volontà dei vadesi espressa con la consultazione popolare del 2008
chi ha appoggiato per nove anni la dissennata politica industrialista di Giuliano e della sua Giunta, gestita nella più assoluta riservatezza
chi – pavido complice – non ha aperto bocca di fronte all’appoggio dato da Giuliano a Toti nel 2020.
Quindi braccia aperte a chiunque sposi la causa dell’opposizione al rigassificatore consapevoli però che qualcuno scenderà ad una prossima fermata tentando di farci ingoiare la nuova pillola.
VIVEREVADO