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Minori dati in affido. La Consigliera Saccone vuole conoscere la situazione savonese

La Consigliera del Comune di Savona, Simona Saccone Tinelli, ha presentato una mozione per conoscere la situazione savonese sui minori dati in affido.

La consigliera ha fatto richiesta anche di una convocazione della terza commissione sull’argomento.

La materia, dopo i fatti di Bibbiano, è molto importante e attuale, conoscere la situazione savonese sarà molto interessante.

Brava la Consigliera ad aver sollevato la questione.

La  MOZIONE  della Consigliera Simona Saccone Tinelli

Alla Cortese attenzione del Comune di Savona

Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio

Alla cortese attenzione dei Signori Consiglieri

Oggetto: iniziative a favore dei minori dati in affido per scongiurare illeciti di diversa natura

PREMESSO

 Che da alcune settimane gli organi di informazione si stanno occupando di una inchiesta avviata già nel 2018 dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, denominata “Angeli e Demoni”, volta ad indagare il funzionamento dei servizi sociali della Val D’Enza. In merito agli affidi illeciti dei bambini;

che, come riportato dalla stampa, le accuse mosse a carico dei Servizi Sociali sarebbero relative a falsificazione di atti e relazioni relative alla condizione di minorenni all’interno delle loro famiglie di origine, allo scopo di allontanare i bambini stessi dalle proprie famiglie affidandoli ad amici e conoscenti compiacenti a fronte della corresponsione del contributo mensile alle famiglie affidatarie;

VERIFICATO

Che dall’inchiesta risultano circa ventisette indagati e l’aspetto più inquietante è costituito dal coinvolgimento di esponenti e dipendenti della Pubblica Amministrazione locale, ai quali sono contestati reati di frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico. violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso;

CONSTATATO

 Che dall’inchiesta “Angeli e Demoni” sta emergendo un quadro complessivo drammatico che –  se confermato – è assolutamente preoccupante, soprattutto se si considera che dietro questo sistema si nasconderebbe un giro illecito  di migliaia di euro, oltre al fatto che i bambini sono stati vittima di maltrattamenti e abusi anche sessuali

ATTESO

Che, tutte le norme giuridiche sulla protezione dell’infanzia sanciscono che il diritto primario di ogni minorenne è quello di vivere all’interno della propria famiglia di origine, e l’affidamento familiare è contemplato come misura temporanea di supporto alle famiglie nell’ottica della prevenzione dell’abbandono e non come soluzione da applicare in casi di acclamata in inidoneità della famiglia

CONSIDERATO

 che non si dispone dell’esatta conoscenza del fenomeno degli affidi in quanto i relativi dati sono molto frammentari e non attuali, dai quali tuttavia si vince che il numero degli affidamenti disposti in Italia è per lo più stabile intorno alle 26.000 unità di cui poco più di 14.000 sono affidamenti familiari e che oltre 60% di questi bambini si trova in affido da oltre due anni, un dato sostanzialmente stabile della fine degli anni 90

RITENUTO

che la legge 4 maggio del 1983 n. 184 “diritto del minore ad una famiglia” prevede che là dove le famiglie non siano concordi nell’applicazione della misura dell’affidamento questo può essere disposto con provvedimento del tribunale per i minorenni del quale tuttavia va monitorata la durata

Che l’affidamento dei minori in difficoltà familiare troppo spesso rappresenta una soluzione non temporanea, come invece dovrebbe essere, con la conseguenza che non si raggiunge mai per un bambino la situazione di stabilità familiare che è fondamentale per il suo sviluppo;

VISTO

 che il termine ragionevole di durata dell’affidamento, già oggi previsto per legge in 24 mesi prorogabili, dovrebbe essere prorogato solo in base a precise motivazioni, sulla base di un progetto specifico nell’interesse del minore per cui è richiesto e, comunque, per un tempo massimo di ulteriori 12 mesi, poiché utilizzare l’affidamento e l’allontanamento della famiglia d’origine come misura a tempo indeterminato, snatura l’istituto e lo trasforma in una misura definitiva che aggiunge abbandono all’ abbandono;

ACCERTATO

che a livello generale l’attuale sistema di affido dei minori presenta evidenti criticità, soprattutto tenendo conto dell’eccessiva discrezionalità attribuita a servizi sociali, dei conflitti di interesse attribuibili operatori del settore e la mancanza di adeguate deficienti strumenti di controllo sull’affidabilità dei soggetti affidatari e sugli standard qualitativi e di servizio delle comunità ospitanti;

VALUTATO

che all’interno degli uffici preposti all’affido dei minori si rileva una carenza di personale che porta a lavorare in condizioni stressanti aspetto preoccupante in quanto si tratta un settore molto delicato nel quale gli argomenti dovrebbero essere trattati con la dovuta cautela in quanto si occupa di soggetti molto fragili come minori;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

SIMONA SACCONE TINELLI

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