CENTRALE A GAS
Tutti conosciamo la storia di questa centrale che per anni aveva pompato tonnellate di carbone per produrre energia e dopo aver chiuso, smantellato una delle ciminiere ora viene riproposta in nuova versione “corretta” dalla Tirreno Power .
Il Secolo XIX di sabato 14/11 era propedeutico all’annuncio sponsorizzato della proposta di nuova centrale.
A Sv poi c’è il Campus che da una “mano” con la dichiarazione epocale del prof Cravero docente di macchine a fluido: “il metano inquina meno del carbone” e lo dice senza vergogna da vero ingegnere assoldato con neppure un dato, un riferimento concreto, un accenno statistico, sul perché se inquina “meno” è da accettare così, parlando sempre senza spiegare come e perché ci sarà un investimento di 300 milioni circa. Cifre per un paesino di 8.000 abitanti pesanti.
Nel frattempo la politica è entrata in fibrillazione, come se un “morto fosse resuscitato” e perciò degno di attenzione.
Il PD si sfilaccia e il nuovo astro nascente regionale Arboscello che si dice possibilista sconfessa il candidato della sua stessa alleanza Pd-M5S, Sansa che invece boccia a scatola chiusa il progetto con coerenza.
L’associazione Uniti per la Salute, che è una delle comunità di cittadini responsabili degli esposti alla procura della Repubblica che avevano scatenato il caso della centrale a carbone inquinante qualche anno addietro, fà un comunicato in cui giustamente denuncia la non compatibilità di una centrale a gas con l’ambiente locale e i cittadini che hanno già pagato con una quota importante di morti e malattie, tutta la vita della centrale di vecchio tipo..
Crosignani, epidemiologo e consulente della procura denuncia questa operazione e parla dell’impatto del metano che produce ossido di azoto e particolato anche in relazione alla conformazione del territorio che crea stagnazione e non dispersione delle emissioni che su una produzione da 800 MW è indubbiamente alta.
Il consigliere comunale Manuel Meles del M5S propone in alternativa la costruzione di un polo di sperimentazione di nuove tecnologie sostenibili, che è comunque un idea di servizio e non impattante dell’imprenditoria verso la popolazione, anch’essa utile indirettamente a sviluppare lavoro e reddito.
In questo quadro generale, spinto dai media come salvezza assoluta, un tentativo forte di far ritornare dalla finestra ciò che era stato fatto uscire dalla porta principale.
I partiti si schierano quindi, e l’associazione “casualmente temporale” con lo smaltimento autorizzato dalla regione dei residui di CSS dei rifiuti ne fa un boccone per interessi non proprio specchiati.
I sindaci che hanno rappresentanti dentro gli organismi tecnici tramite le quali trattano le procedure in provincia, non possono non aver saputo in anticipo del lancio di questo progetto.
Quasi in contemporanea dalla società di gestione rifiuti di Vado L. viene “lanciata una sfida” per arrivare ad accorpare la partecipata del comune di Savona portandola con una nuova società al 51 % pubblica, mentre la procura sequestra due discariche in zona per irregolarità accertate di traffico rifiuti (un caso?)
Voi cittadini come me <laqualunque> cosa avreste pensato a questa notizia?
Due aspetti emergono:
1) una proposta industriale di una ennesima produzione dannosa e non sostenibile (anche rispetto le direttive EU) per produrre energia con le fossili e quindi clima alterante certa.
2) I partiti e i relativi apparati locali attorno alla torta non hanno dubbi. Iniziano immediatamente il mantra del “però porta lavoro” compreso lo stesso sindaco Giuliano di Vado L. e stiamo parlando, a parte la cantierizzazione, di circa 25 assunzioni a regime sulla carta con società dominante di mercato.
Cosa manca?
Forse un’idea seria per creare lavoro vero, sostenibile per l’ambiente e per la cittadinanza, un idea che dovrebbe venire da chi ha responsabilità giuridica della salute dei cittadini
Quindi parlare di tale questione è utile se lo si fa non solo per dimostrare l’ovvio, cioè le fossili sono dannose! Nel qual caso serve avere strumenti e studi epidemiologici sufficienti e adatti, nonché possibilità economiche per poterlo dimostrare legalmente in una corte di tribunale.
E’ utile anche parlarne per un aspetto diverso decisivo: di quale sviluppo, di cosa hanno bisogno localmente, in una cittadina devastata da crisi nazionale, dal Covid, da aspetti locali di crisi industriale persistente in cui già la piattaforma Maersk ha complicato di molto la vita sociale da quelle parti? Ci sarà un momento in cui invece di inventare assurdità imprenditoriali si tratta con i cittadini chiedendo loro cosa serve?
L’energia può essere davvero motore di sviluppo e rinascita oltre che di democrazia diffusa?
Al contrario dei partiti si può avere qualche idea da offrire a questa politica “tossica”!
Per rimanere nel tema energia: certamente i sindaci hanno oggi, con l’approvazione del superbonus 110% e norme Eu vantaggiose degli strumenti utili a promuovere lavoro vero e duraturo e socialmente sostenibile.
Perché non lo fanno pur essendo tali direttive volute e firmate anche da ANCI e associazioni di categoria?
E’ un caso questo immobilismo che dalla direttiva 20.20.20 della Commissione EU in cui si parla di democrazia energetica?
Perché non formare COMUNITÀ ENERGETICHE DIFFUSE di paese o quartiere o gruppi omogenei e cosa significa?
Intanto significa identificare con competenze, omogeneità e collettività fra i cittadini, le aziende, gli uffici esistenti. Costruire strutture fra professionisti e imprese che spieghino come si può fare, favorire l’incrocio fra autorità comunale e categorie, incontrare e promuovere riunioni fra condomini, fra cittadini, trovare finanziamenti, ecc.
Avviarsi attraverso E S CO a mettere insieme competenze, progettualità, burocrazia tecnica, banche, con l’obiettivo di rendare padroni dell’energia in modo sostenibile comunità di cittadini, assistendoli e offrendo servizi anche attraverso il superbonus 110% . Lavoro vero e continuo quello di installazione per efficientare immobili, la maggioranza dei quali in classe G (col 70 % di spreco energia prodotta). Per produrre energia con sostenibili o efficientando gli immobili poiché, comunque la produci, buttarla via è sciocco oltre che costoso, valutando le specifiche caratteristiche dei luoghi che possono essere ripagate ampiamente sia con i nuovi incentivi, sia con i risparmi possibili in pochi anni.
Così facendo si mettono in moto economia, si attivano categorie imprenditoriali, artigianali, produttive promuovendo circolazione di liquidità vera, dando forme di indipendenza attraverso l’efficienza degli immobili, delle varie produzioni, dentro a piccoli-medi nuclei omogenei, facendo concreto risparmio economico, che dopo l’ammortamento ovvio degli investimenti siano quantificabili in meno spreco e meno dipendenza per i cittadini, quindi compatibili con benessere acquisito. Se diventa difficile per piccoli agglomerati urbani si possono attivare consorzi di vari comuni e ottimizzare le risorse
Il tema dell’energia non può più essere accettato come forma di concentrazione di potere, ma di democrazia vera energetica che è possibile qui ed ora!
Ma la sindaco Giuliano di Vado Ligure una occasione l’aveva già avuta quando da presidente della provincia aveva avuto in mano una possibilità concreta attraverso il PROGETTO ELENA che si è concluso con 91 edifici manutenuti, impianti di illuminazione cittadini e comparti scolastici oltre che uffici dislocati in 36 comuni della provincia revisionati e migliorati, con quote a fondo perduto UE.
Peccato che la parte del leone l’ha fatta ENEL SOLE (illuminazione pubblica) e solo poche ditte locali hanno partecipato e vinto gare.
Non è un caso che ad eccezione degli addetti ai lavori ed i politici nelle istituzioni, pochi sappiano davvero cosa è stato fatto col progetto Elena e non ci sia ancora quella cultura che diventa iniziativa sociale.
Un idea da rilanciare e continuare in modi più specifici. Certamente nulla è semplice, ma questo è il modo di avviare progetti mirati con benessere riconoscibile finale.
Cari politici, ecco un contributo propositivo da associare al NO ALLA NUOVA CENTRALE A GAS che la politica dovrebbe assumere per dare possibilità di LAVORO E REDDITO ai suoi concittadini se avessero davvero a cuore la società, i beni comuni come elemento distintivo.
Disponibili a discuterne.
Altro che 25 posti di lavoro con investimenti privati di 300 milioni di euro e inquinamento assurdo!
Gianni Gatti