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Meles (M5s): Orlando e il rigassificatore, una proposta di facciata per scaricare la responsabilità sul governo

Orlando, nel goffo tentativo di dire qualcosa di concreto per cercare di recuperare il terreno perso, ammette di fatto che con lui il rigassificatore si farà. Questo perché la sua proposta per fermare il rigassificatore è quella di NON RILASCIARE L’INTESA REGIONALE, cioè uno degli atti previsti per concludere definitivamente il procedimento amministrativo, ma ai fini dell’installazione e dell’esercizio del rigassificatore questa proposta è TOTALMENTE ININFLUENTE.
Ma che cosa è questa intesa e perché negarla consente comunque di installare il rigassificatore? L’intesa è un atto con cui la Regione e lo Stato, nell’ambito di quelle competenze concorrenti attratte a livello nazionale in virtù, per esempio, di un inquadramento strategico nazionale, cristallizza e rende dignità al concetto di leale collaborazione. Il procedimento del rigassificatore di Savona-Vado è un procedimento unico che si conclude con l’autorizzazione rilasciata dal Commissario straordinario di governo, a seguito di una conferenza di servizi e una valutazione di impatto ambientale: se queste due fasi istruttorie dessero esito positivo, allora il Commissario dovrà doverosamente autorizzare l’installazione della (ex) Golar Tundra. Dopo questa fase, la messa in esercizio dipende da questa intesa tra Stato e Regione, tuttavia, poiché parliamo appunto di un’opera di interesse strategico nazionale in campo energetico, secondo le varie disposizioni legislative, alcune delle quali approvate anche da Orlando, in caso di mancata intesa, il Governo può tranquillamente superare il dissenso dell’Amministrazione regionale.
Di fatto, quindi, se il Governo non cambia idea sulla localizzazione e se SNAM non arretra sul progetto, è evidente che il mancato rilascio dell’intesa, così come proposto da Orlando, è del tutto ininfluente: è difatti sulla volontà del Governo che occorre agire, e di questo la sua proposta vale molto meno della promessa di Bucci, che, per questioni caratteriali, ma anche per credito politico da vantare verso l’esecutivo, avrà sicuramente più possibilità di trattare con il governo per lasciare la nave a Piombino.
Eppure Orlando è stato ministro dell’ambiente, dovrebbe ricordarsi dell’ininfluenza di questo meccanismo, ma d’altronde da chi ha chiuso, anche giustamente, l’inadeguata casa circondariale di Savona senza che allo stesso tempo venisse finanziato e appaltato un cantiere per un nuovo carcere, lasciando la nostra Provincia senza, non possiamo certo aspettarci serietà nell’affrontare i problemi concreti con soluzioni giuridicamente ed economicamente valide.
L’eventuale mancato rilascio dell’intesa è il tipico esempio di chi propone di lavarsene le mani: l’obiettivo di gran parte del territorio sembra essere quello di NON vedere il rigassificatore al largo delle nostre coste. Sottrarsi a una fase procedimentale per uscirne pulito, ma facendo sì che il governo comunque proceda, significa solo fare il Ponzio Pilato e trovarci comunque la ex-Golar Tundra dove Orlando stesso promette che si farà. Ciò però gli consentirebbe di continuare a urlare per mesi “Toti cattivo, Bucci pure, Meloni fascista”.
Ho però la sensazione che l’ex multi-ministro e pluri-deputato non avrà questo onere, e chissà se, una volta sconfitto alle elezioni, resterà finalmente sul territorio o tornerà nei salotti romani da cui è stato candidato. In ogni caso una cosa è certa: continuerà a ribadire “Toti cattivo, Bucci pure, Meloni fascista

Manuel Meles consigliere del M5s a Savona daFB

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