Sarà sfortuna o mancanza di accortezza ma quando si tratta di nominare figure chiave alla guida di enti e partecipate il sindaco di Savona non ne azzecca una e gli effetti si sentono sulla pelle dei cittadini
A partire dalla nomina del presidente di Aps (Acque Pubbliche Savonesi) con la fusione tormentata tra le tre società che gestiscono il servizio idrico.
Non è andata meglio con la presidenza di TPL, la società dei trasporti, finita nel caos con il nuovo piano industriale: tagli alle corse, riduzione del personale, proteste a raffica. L’ennesimo “pastrocchio”, come lo definiscono anche alcuni membri della maggioranza.
Poi c’è stata la nomina del presidente di SEAS, la società che si occupa dei rifiuti, finita nell’occhio del ciclone per il nuovo piano di raccolta. Un progetto che ha fatto storcere il naso a molti, e che continua a generare più dubbi che certezze.
Ora, all’orizzonte, si profila una nuova nomina: tra un mese bisognerà scegliere il nuovo presidente di Opere Sociali, un ente strategico per la città e per la gestione del Santuario. I nomi che circolano? Sempre gli stessi: fedelissimi del sindaco. E l’idea, neanche troppo velata, è quella di trasformare la gestione del Santuario in una fondazione partecipata da Opere Sociali e Comune, con le risorse economiche fornite dal primo e la regia politica affidata al secondo.
Nel frattempo, la gestione dell’assistenza agli anziani resterà ben salda nelle mani di Lorena Rambaudi, a conferma che certi equilibri interni alla giunta non si toccano.
Vedremo se questa sarà l’ennesima scelta da rimpiangere.