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Marco Preve e Mario Muda sulla chiusura de ilsegnonews

MARCO PREVE SULLA CHIUSURA DE ILSEGNONEWS
Non so se sia soprattutto una scelta politica visto che questo giornale era nato con un altro sindaco e soprattutto un’altra impostazione sui grandi temi locali, però quella de ilsegnonews era davvero un caso unico in Liguria, e una volta tanto positivo.
Non era solo un sito di informazione ma un vero e proprio magazine con contenuti informativi ma anche fotografici, culturali, grafici davvero notevoli. Non poteva essere diversamente visto che era nato sotto la guida di Mario Muda. E’ un peccato non solo per i colleghi che certo con ilsegno non ci campavano ma ci facevano una grande esperienza, ma soprattutto per il Comune di Vado che si priva di un’eccellenza, così rara da trovare in qualunque campo.
E sarebbe doppiamente un peccato se seppellito ilsegno il Comune si dotasse di un doppione. Comunque, ogni sindaco è giusto che spenda i soldi come meglio ritiene, certo è che tra qualche anno la Vado degli anni duemila avrebbe potuto essere ricordata per questo esperimento editoriale, invece temo che passerà alla storia solo per aver tombato il suo golfo con la piattaforma. Grazie all’amico Antonio Signorile per la segnalazione e in bocca al lupo ai colleghi

MARIO  MUDA L’IDEATORE E IL PRIMO DIRETTORE  DE ILSEGNONEWS

Grazie Marco, sei stato davvero gentile a ricordarmi. L’unico… Posso dire che Il Segnonews, ma a suo tempo anche la Città digitale a Genova, siano state, per me, esperienze esaltanti. Credo che progetti come questi abbiano spazio e opportunità. I lettori sono più attenti sia dei politici che dovrebbero agevolarle e non sopprimerle e, consentimi, anche dei giornalisti che sovente non si rendono conto delle opportunità di cui stanno godendo. Il nostro è un lavoro splendido. Il Segnonews aveva trovato un proprio spazio e un proprio ruolo. L’Amministrazione di Vado Ligure ha sbagliato a sopprimere l’unica eccellenza che aveva operante e una delle poche opportunità di lavoro create nel suo territorio. Non è stata una scelta intelligente e, alla lunga, sarà un clamoroso autogol.

Non è il primo assalto che l’informazione deve subire, soprattutto nel Savonese. Ma oggi l’informazione cambia. Più in generale possiamo dire che sbaglia chi si adagia, chi non sperimenta, chi non osa. Per questo esistono spazi editoriali che bisogna individuare e percorrere. Poi le cose bisogna saperle fare. Nel nostro mestiere occorrono: intuito, competenza, correttezza, credibilità, dedizione, fatica. Tanta fatica.

Non voglio fare la lezione a nessuno. Però come diceva il Guicciardini: uno asino non può fare lo corso di uno cavallo. Se i giornali saltano o si fondono, perdono copie non è colpa dei lettori o della pubblicità che manca e non sostiene, ma soltanto nostra che non sappiamo adeguarci ai tempi, contrastare l’ingordigia degli editori, non sappiamo più fare informazione, non sappiamo più essere “leggibili”. Più che chiudere i giornali dovremmo “chiudere” i giornalisti. E oggi i “social”in pratica lo stanno facendo. Scusami lo sproloquio: se non mi puoi perdonare per l’amicizia fallo per l’età. Ancora grazie. Mario

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