GLI INCONTRI SULLA QUALITA’ DELL’ARIA DEGLI ENTI
NON DEVONO ESSERE A PORTE CHIUSE
L’incontro del 20 marzo tra gli enti che doveva farci il quadro della qualità dell’aria di Cairo sulla base dei dati rilevati dall’Arpal ci ha lasciati insoddisfatti innanzitutto per mancata partecipazione di un nostro autorevole “osservatore” delegato dal nostro On. Mirko Busto, non di meno per la gestione di questo argomento, che coinvolge la vita e la salute di tantissimi lavoratori e residenti, per il quale riscontriamo carenza di chiarezza, trasparenza e certezza nel futuro. Per questo motivo riteniamo…
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…che tali incontri non debbano avvenire a porte chiuse ma con la partecipazione di giornalisti, associazioni ambientaliste ed altre autorità, quali parlamentari o loro delegati che ne facessero richiesta, ovviamente pubblicizzando con congruo anticipo date e luoghi di svolgimento.
Per quanto riguarda i dati comunicati dall’ARPAL, senza dover attendere quelli degli “autocontrolli” di aziende, che riteniamo “superflui”, crediamo che il monitoraggio ambientale dovrebbe essere più capillare, per zone critiche, nelle quali siano state riscontrate incidenze sanitarie anomale sulla base di accurate indagini epidemiologiche. Il rientrare in determinati limiti di legge per quanto riguarda gli inquinanti rilevati, specie quelli più tossici, non vuol dire che il rischio sia nullo ma è semplicemente inferiore e quindi sempre presente. Tale rischio “a norma di legge” su soggetti sensibili o debilitati come bambini e anziani, in base al tipo e al tempo di esposizione, può essere sempre fonte di pericolo. Indipendentemente dal percorso giudiziario intrapreso dalla Magistratura di Savona sulla quale confidiamo per fare chiarezza sulle eventuali responsabilità dirette ed indirette di chiunque riguardo l’argomento, chiediamo al Sindaco Fulvio Briano di convocare un assemblea pubblica per divulgare le risultanze del recente studio epidemiologico effettuato nel comune di Cairo. E’ inaccettabile, visto il tempo trascorso, che finora non lo abbia ancora indetto di sua spontanea volontà. Non basta pubblicare un documento sul sito del comune per lavarsene le mani e poter dire di aver fatto il proprio dovere. Ricordiamo che la legge, ovvero il D.lgs n. 4 del 16.01.2008 – art. 3 – ter. – Principio dell’azione ambientale, attribuisce al sindaco il potere/dovere di identificare e far cessare fenomeni di inquinamento ambientale, soprattutto associabili a problematiche sanitarie in primis individuandone la fonte ad iniziare da quella più probabile, avviando importanti campagne di monitoraggio ed indagini epidemiologiche serie ed accurate che possano condurre a dati ineluttabili. È una norma di derivazione comunitaria, sovranazionale, inderogabile ed inoppugnabile che impone il principio di precauzione grazie al quale ogni sindaco di buon senso, soprattutto senso del dovere, può esercitare la sua autorità sanitaria a tutela della salute pubblica senza dovere attendere o coinvolgere direttamente la magistratura la cui opera è e sarà da noi sempre approvata e sostenuta. Riteniamo che sia assolutamente necessario un dibattito pubblico sano ed aperto e che a tale incontro debbano partecipare esperti o esponenti scelti dalle associazioni ambientaliste. Vogliamo almeno qui un contraddittorio, perché siamo stanchi di subire passivamente le conclusioni e le poche informazioni che trapelano dalla macchina politico-amministrativa savonese. Meetup Valbormida.
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