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Luciano Corrado (trucioli.it) vergognati

Se avete voglia di leggere, spero di non tediarvi.

E’ una cosa da bambini cattivi dell’asilo, ma mi sento un po’ bambino anch’io e ho voglia di sfogarmi. Volevo usare come titolo uno slogan della LEGA:

PADRONI A CASA PROPRIA.

Ma quello di seguito mi pare più appropriato

L’INVIDIOSO È COME LO STUPIDO, TI GUARDA, TI CRITICA, COMMENTA, E SE NON TROVA NIENTE, INVENTA

Da un po’ di tempo subisco attacchi un po’ da tutte le parti ma non me la prendo troppo, anzi molte volte sorrido, ma mi inalbero quando lo fanno quelli che reputavo amici e soprattutto quando  questi si inventano le cose.

Circa un mese fa un mio ex collaboratore, apprezzato come giornalista ma molto meno come uomo, ha scritto contro la gestione dei miei siti e oggi ci ha riprovato

N.B. In corsivo  potete leggere (divisi in parti)  gli articoli sputtanatori, in grassetto le mie considerazioni:

Ecco quello scritto un mese fa:

Nel prossimo aggiornamento del blog i retroscena del divorzio da Trucioli Savonesi

L’abbiamo promesso ai lettori-navigatori e non tradiamo le attese. Mentre ci concediamo una pausa agostana, augurando a tutti giorni sereni, annunciamo che col prossimo aggiornamento del blog ricostruiremo, con documenti, le motivazioni che nell’aprile del 2012 ci hanno indotto a troncare i rapporti di collaborazione con Antonio Signorile che si autodefinisce “umile casellante che scrive a tempo perso” (sic!).

 Ha aggiunto di aver ricevuto “la solidarietà dei colleghi giornalisti” (sic!). Non abbiamo dubbi. E si è detto incerto se procedere a diffida per la nascita del nuovo trucioli.it.

A questo non voglio rispondere perché si smentirà da solo più avanti

Dopo un anno siamo pronti a rivelare fatti gravi, anche sotto il profilo deontologico. Il penale non ci interessa. La moglie di Signorile, se accetta, potrà confermare o meno. C’è pure un provvedimento, passato in giudicato, del tribunale di Savona che lo riguarda

Se essere deontologicamente corretti vuol dire:

– pubblicare articoli di un collaboratore considerato professore universitario mentre ha solo il diploma di terza media;

– Acquistare lo spazio per un sito nel 2010 e affermare che lo si è fatto nel 2012;

– Dichiarare che il sito è senza inserzioni pubblicitarie ma pubblicare articoli sul conto Arancio;

– Inserire un articolo in evidenza solo perchè lo ha scritto un famoso avvocato ex parlamentare;

– maltrattare telefonicamente un collaboratore di 82 anni molto corretto ed educato solo perchè non ha eseguito gli ordini.

Ebbene sì,  se tutto questo vuol dire avere un comportamento deontologico corretto, io sono SCORRETTISSIMO

 Visto che il suddetto scrive C’è pure un provvedimento, passato in giudicato, del tribunale di Savona che lo riguarda  ma, vigliaccamente, non lo dimostra:  lo faccio io pubblicando il mio certificato penale….GUARDA

Oggi il tizio ha scritto finalmente le famose motivazioni

Ho fatto copia  e incolla dell’articolo e ho risposto punto per punto

Antonio Signorile (Trucioli Savonesi): “Si, sono io che censuro…”

Non è un atto d’accusa, ma la testimonianza di un giornalista che nel 1967 ha iniziato a scrivere i primi pezzi per La Settimana Ligure ed ha concluso con Il Secolo XIX. Non sono mai stato condannato in sede penale o civile per diffamazione, nè a risarcire danni in modo diretto o carico dell’editore. Nel 2007 (dopo oltre un anno di insistenze da parte di amici o ex amici di Antonio Signorile, il casellante o meglio l’esattore di Savona (vedi libro di Sansa e Preve, pagina 269, Il partito del cemento) ho iniziato a collaborare con Trucioli Savonesi e saltuariamente (soprattutto per verifiche di notizie, correzioni di pezzi e consigli) con Uomini Liberi. Signorile, a scanso di equivoci, ha dimostrato di non essere in grado di scrivere una notizia completa e non ha mai avuto difficoltà, con me, ad ammetterlo. Semmai tagliava, a suo dire, alcune frasi o parole che gli arrivavano per Uomini Liberi.

Su uominiliberi mi pregio di scrivere  personalmente la maggior parte di quanto pubblicato, tranne qualche saltuaria collaborazione.

Vero che alcune volte mi ha corretto gli articoli, quelli più complicati

Certo, non ho mai pensato di essere un Montanelli. Anzi, ho sempre ammirato e stimato i colleghi che spesso correggevano i miei pezzi, i miei titoli. La ‘censura’ non l’ho mai conosciuta in senso lato. Spiergherò oltre il perchè del mio abbandono, non annunciato, della cooperazione con  Signorile. Al quale va dato, seppure con qualche esagerazione di troppo, di quanto riportato sul libro suindicato: “…Dovrebbe avere delle giornate di 48 ore per riuscire a stare dietro a tutto il materiale che gli arriva. Lettere, documenti, interventi, atti segreti o inediti, tutta roba di prima mano. E a rivolgersi a lui sono politici, medici, docenti, architetti, sindacalisti, amministratori, cittadini associazioni.  I suoi due blog sono un punto fermo nel dibattito politico, sociale, economico del Savonese. Speculazione edilizia e intrecci politici“.

Hanno un po’ esagerato, è vero: grazie a Preve e Sansa,  ottimi giornalisti ma soprattutto ottime persone

Editore senza redditi da impresa (salvo la poca pubblicità e i proventi da Google ) si; giornalista o cronista no. Lasciamo perdere. La mia ‘diserzione’, preceduta da inequivocabili reciproci rapporti di tensione, tutti documentati o quasi, viene bollata con un ‘avviso’ firmato da Signorile e che lui non era in grado di scrivere (sfido a documentarlo) all’insegna “del giornalista che stimavo anche come persona….ci sono rimasto male….non tanto per la mancanza dei suoi articoli… ma per il fatto che una persona che stimavi non è come pensavi“.

Purtroppo per lui queste frasi sono state scritte proprio da me,  sono stato troppo generoso e un po’ me ne pento, ma le ho scritte di getto.

Dopo quello che ho vissuto e che posso provare, con testimonianzei (ad iniziare, se dispobibile, dalla ammirevole moglie di Signorile e dal giudizioso figlio); poco importa se anch’io mi ero fidato  di due delle tre persone (un ex sindaco e un vice presidente della Carisa) che stimo e conosco la loro integrità. In perfetta buona fede mi avevano convinto nostante la ritrosia. Tra l’altro, avevo rinunciato a proseguire la collaborazione con l’amato Secolo XIX.

A dire il vero lo scrivente era stato dimenticato da tutti,  era uscito dal giro (parole sue) e grazie ai miei siti si è tolto parecchi sassolini dalla scarpe.

E poi cosa mai c’entrano mia moglie e mio figlio?

Mah!!!, sarà che all’asilo molte volte i parenti vengono coinvolti.

Non solo, alla luce di alcuni suoi scritti (‘Sono stanco…io devo smettere…non ce la faccio più‘) ed altre problematiche assai più serie che lo coinvolgevano, da due anni avevo registrato il sito-blog (trucioli.it), carta canta.  

Visto che sa che ho le prove ora ammette che lo spazio del sito era stato acquistato  il 03 – 12 – 2010 alle ore 11:20:04. Certo molte volte ero stanco, io lavoro ma non ho mai pensato di smettere, anche dopo le difficoltà che mi ha creato.  Nessun’ altra problematica legata ai siti

 Ha scritto (meglio gli hanno scritto) : “Lo squallido è che lo chiamano Truciioli pensando di sfruttare il successo di Trucioli Savonesi…farlo smaccatamente dimostra la pochezza di idee e originalità dell’individuo…ho sorriso nel vedere a quanta bassezza può arrivare un uomo…”. 

Confermo la frase scritta da me. Il non credere che l’ho scritto io lo considero un complimento: vuol dire che avevo scritto proprio bene!

Nella vita ho commesso un’infinità di errori, ma sul fronte professionale ho sempre avuto l’umiltà di imparare, ascoltare, documentarmi. Non è un caso se mi è capitato di citare in tribunale – e fargli pagare anche le spese dopo una pubblica lettera di scuse – personaggi che all’epoca avevano potere e fama, influenti.  Non ho mai perseguito ed ho sempre pedionato il ‘cittadino qualunque’. E tale era/è per me Antonio Signorile, visto che non era certo un editore in grado di fare  informazione se non con l’ausilio di volontari, alcuni anche più bravi e più capaci di me, pur non essendo giornalisti.

Che voleva imparare (soprattutto per la parte tecnica del sito) non ci sono dubbi, soprattutto dal 2010 quando aveva già acquistato lo spazio del sito senza avvisarmi

Bene, avrei potuto – come mi hanno confermato alcuni legali conoscenti – agire nei suoi confronti quantomeno per ingiurie. Del resto chi ha scritto le parole squallore e squallido dovrebbe sapere che linguisticamente hanno ben altro uso.

So benissimo cosa vogliono dire squallore e squallido e confermo quello che ho scritto.

Del resto per una persona che dedica anima e corpo ai suoi blog (scritti da altri) non può che riconoscere allo squallido giornalista traditore termini come”…io non ti prendo per i fondelli e di te ho il massimo rispetto; ti chiedo scusa se sei stato coinvolto in una cosa che non mi pareva grave…“.

Confermo di avergli scritto in occasione di un mio errore questa parole. Io sono abbastanza umile da ammettere le mie colpe e, se il caso, chiedere scusa.

E qui veniamo a fatti messi nero su bianco. Franco Astengo, da 5 anni, su mia iniziativa inviava pezzi che, a volte rititolavo, ed inviavo settimanalmente a Trucioli Savonesi, sempre pubblicati. Un bel giorno cambia tutto. Franco Astengo non è il signor nessuno, soprattutto a Savona. Per anni ha collaborato anche al Secolo XIX, ci sono suoi pezzi pure in prima pagina. E’ sempre stato un uomo di sinistra e non ha mai nascosto le sue idee.  Non ha mai fatto parte – lo dico da cronista – dell’affarismo politico-massonico deviato che ho conosciuto in oltre 30 anni di esperienza al Secolo XIX.

 Di punto in bianco, siamo nel 2011, Antonio Signorile (da non confondere con la famiglia dell’amato, stimato e compianto avvocato) mi scrive: “…Come sai di Astengo non ho nessuna stima e pubblico solo per rispetto a te visto che, vigliaccamente, per essere pubblicato invia i pezzi a te.  Se si incazza perchè ho aggiunto alla sua firma ‘prof’ un motivo ci sarà…sta di fatto che continuerò con i suoi pezzi a farmi prendere per il culo da lui“. Era la risposta ad una mia precisa rimostranza perchè Signorile, per due volte, ha inserito la parola prof. dopo che io, con accesso alla piattaforma, l’avevo rimossa.  Anche perchè nessuno dei collaboratori firmava, facendo precedere il titolo di studio.

 Alle mie esplicite rimostranze Signorile replica: “Astengo sa benissimo tutto ed è tanto vigliacco che usa questi sotterfugi per essere pubblicato. Sono stufo di questi personaggi egocentrici, ovvero i vari Giambello, Bellamigo, Astengo…Siamo tutti liberi di scrivere ed io di pubblicare, nessuno ha degli obblighi…”. E qui altra chiamata in causa di un altro  ottimo collaboratore: ” Bellamigo sarà anche colto e stimatissimo, ma molte volte anche poco educato soprattutto verso gli altri che scrivono…So che tu sei stanco e dedichi molto tempo a trucioli e ti ringrazio; Astengo è un millantatore pieno di sé e soprattutto maleducato. Io do più importanza all’educazione che a tutto il resto….Smettiamo pure di pubblicare Trucioli senza problemi, grazie ad Astengo è già successo una volta. Con Astengo sono già stato troppo paziente ed ora basta, a lui non devo niente, anzi….“.

 I motivi? Sempre Signorile per iscritto: “Uno vale per tutti, solo grazie alla mia costanza e perseveranza trucioli esiste ancora, se fosse dipeso da sig. Astengo non esisterebbe più da parecchi anni. Infatti per motivi suoi, con grande spocchia ed arroganza, mi ha mollato e cercato di impedirmi di continuare. L’unico errore che ritengo aver commesso (e me ne pentirò per tutta la vita) è stato ridargli spazio, l’ho fatto per rispetto verso di te. Lui la deontologia professionale non sa neanche dove stia di casa. Gli faro sapere che sono io che censuro  (sic!) ( l’ho avvisato con email)…Non mi pare che porti tanti lettori…E poi non scrive mai sulla situazione savonese che lui conosce benissimo….“.

 Dura e puntuale la mia ulteriore risposta, da giornalista soprattutto. Non era finita. Infatti mi era stato segnalato, in ritardo, che su Uomini Liberi era apparso il solito autore ‘anonimo’ che  sosteneva in modo subdolo :”…..il signor… ha la terza media, sia spaccia per professore e ….”. Venivano fatti altri due nomi.

Confermo tutto eccetto l’aver nominato la signora Giambello (ottima persona e ottima amica che per colpa  del giornalista è stata costretta a smettere di scrivere). Su uominiliberi mai fatto il nome di Astengo.

A proposito di censura:

 ho ancora nelle orecchie le sue urla (mi aveva telefonato dalla montagna) perché avevo scritto che un giornalista di Alassio in pensione, suo ottimo amico, sembrava volesse candidarsi (che notizia disonorevole!). Voleva sapere a tutti i costi chi mi aveva dato la notizia per fargliela pagare.

 Per non parlare dei pezzi di un ottimo collaboratore di Finale, che lui e il suo amico avvocato non avrebbero voluto vedere pubblicati.

  Delle suppliche quando non mettevo al primo posto il pezzo del suo amico avvocato ed ex onorevole.

Poi c’è stato il caso del collaboratore Guido Luccini, un uomo di destra che conoscevo dai tempi del Secolo XIX, poco apprezzato da alcuni colleghi, ma che ammiravo per il coraggio nell’affrontare, con nomi e cognomi scomodi, tematiche progettuali ed urbanistiche di Savona ai tempi delle giunte rosse e  quella dell’intermezzo col sindaco massone, pare un galantuomo.  Luccini mi ha sempre inviato i pezzi, ci siamo confrontati, ho imparato tante cose da un tecnico, ma anche testimone di fatti e misfatti nel capoluogo e comprensorio, soprattutto.

 E’ domenica, il materiale come al solito non mancava. Già al sabato sera avevo inviato e titolato un servizio sul turismo:  “L’assessore Berlangieri illude i senza lavoro…”. Era il 25 marzo 2012. Con l’invito ad inserire una foto dell’ex assessore di centro destra al Comune di Finale Ligure ed inserito nel “borsino”  della giunta Burlando. Risposta di Signorile: “….il pezzo di Luccini non lo pubblico, ho già avvisato Luccini.  Mi dispiace, ma Angelo (Berlangieri) è un amico e non mi sembra corretto. Ho già tanti nemici e correi mantenere qualche amico…Ho già passato un brutta settimana con quel cretino di Lucchini (di Alassio) e le sue querele“. Due settimane dopo l’articolo venne pubblicato integralmente. Luccini non è una banderuola. Aveva tutte le ragioni. Non è tipo da farsi intimidire.

Questa è veramente vigliacca:  Luccini  (82 anni, bravissima persona, molto gentile ed educata, l’unico che non ha voluto seguirlo e che continua a collaborare con me) è stato da lui insultato pesantemente per telefono per questo fatto. L’articolo l’ho pubblicato in seguito, dopo averlo modificato d’accordo con l’autore.

 Difficile capire questa presa di posizione, il sito è mio ed io ho parlato direttamente con chi aveva scritto il pezzo e che aveva accettato questi tagli.

Vogliamo aggiungere la bruttissima storia di un articolo ripreso da Trucioli Savonesi (siamo nel marzo 2011 ) che veniva presentato come attuale ed invece risaliva al 17 marzo 2009 ed io ne ero all’oscuro.  Motivo: ero stato chiamato, la domenica sera, dal signor Pietro Fotia che avevo seguito da cronista quando  aveva 19 anni e faceva notizia. Il fatto è che ero stato il primo ad intervistare, senza sconti o debiti di riconoscenza, il ‘patron’ di un’azienda di successo, al massimo del suo splendore, prima ancora che arrivassero le tempeste giudiziarie con arresti e sequestri. Affrontai temi delicati, non aggiungo altro. Signorile mi disse che il pezzo l’aveva ricevuto dal collega Marco Preve, il quale trovato sul cellulare solo la mattina dopo, ammise di essere all’oscuro di tutto. E probabilmente, a suo dire, era stato un’altra persona, legata alla Casa della legalità di Genova, a segnalare l‘Espresso di due anni prima a Signorile.

 Conconclusione: Una lettera aperta di scuse, rimozione immediata delle pagine web. Signorile voleva fare le scuse a nome di tutta la redazione. Incredibile ma vero, coinvolgendo tutti in una storia piuttosto losca almeno sotto certi profili.

Tutto vero, eccetto che l’articolo mi fosse stato inviato da Marco Preve (scusa Marco, mi dispiace  vederti coinvolto in questa faccenda).

 L’articolo scritto da Preve mi era stato segnalato da un collega casellante e, nonostante fosse ancora online sul sito dell’ Espresso, era datato 2009. Errore mio.

Forse ha poca memoria, ma dovrebbe ricordare quante volte ha firmato con “LA REDAZIONE” articoli personali. Me ne sono dovuto scusare con gli altri collaboratori

Purtroppo non era la prima volta che Antonio Signorile, in paricolare per Uomini Liberi, pubblicava un pezzo che veniva definito, dal destinatario di turno, “l’ennesimo articolo diffamatorio“, oppure “un’invenzione di sana pianta”, o ancora “firmato da un pseudonimo vile ed inesistente con l’obiettivo di infangare“.  E il finale era una pubblica lettera di scuse.

Molte volte ho sbagliato e chiesto scusa ma l’unica querela andata in porto (per fortuna positivamente) l’ho presa per colpa sua

Credo, infine, non abbia millantato Antonio Signorile a scrivere: “…Mi basta la solidarieta dei suoi colleghi giornalisti. Sono stati tanti che mi hanno telefonato e scritto disguasti dal comportamento di Corrado e… questo mi riempie di orgoglio”.

Confermo totalmente

Avrei piacere di conoscerli. Purtroppo non da oggi ho la brutta abitudine (per un giornalista) di tenere un archivio, con lettere, copie di atti, date e articoli. Per me soprattutto quelli pubblicati. A molti colleghi non ho mai fatto mancare la mia stima e ‘aiuto’ concreto, nel mio piccolo, anche agli ’ultimi’. Fotorepoter inclusi.

Purtroppo ha poca memoria e una bella faccia tosta.

 N.B.

I  2 pezzi  sono firmati da Luciano Corrado e sono stati pubblicati su un tentativo di imitazione di trucioli savonesi

 

CARISSIMO GIORNALISTA GUARDA  E VERGOGNATI

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