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L’on. Traversi del M5S conosce davvero la situazione politica di Savona?

Sono un simpatizzante del Movimento 5 Stelle e, leggendo l’intervista dell’onorevole Traversi su La Repubblica, non posso fare a meno di provare una profonda frustrazione. A cominciare dalle sue affermazioni riguardanti il rapporto con il Partito Democratico, sembra che Traversi non abbia compreso pienamente la realtà politica in Liguria, specialmente a Savona. La collaborazione con il PD e il resto della coalizione non è in discussione in generale, ma la situazione locale merita attenzione.
Forse Traversi non sa, o ha scelto di ignorare, che a Savona il Movimento 5 Stelle è all’opposizione. Questa è una realtà ben diversa da quella che emerge nelle sue dichiarazioni, dove sembra dipingere un quadro di alleanza con il PD che non riflette la situazione specifica del territorio. Inoltre, probabilmente non è al corrente del rapporto stretto che da tempo esiste tra alcuni esponenti locali e il governatore Giovanni Toti, come dimostra il caso di Vado Ligure.
Un altro punto fondamentale che sembra sfuggire a Traversi riguarda l’amministrazione congiunta della provincia di Savona da parte del Partito Democratico e del centrodestra negli ultimi anni. In molte occasioni, queste due forze politiche hanno gestito insieme importanti questioni amministrative, creando un intreccio politico che è difficile ignorare.
C’è poi la questione dei finanziamenti alle campagne elettorali, su cui sembra esserci poca chiarezza. Un esponente del PD, oggi ricandidato in regione, ha tra i finanziatori della sua passata  campagna anche Colucci, titolare di due discariche a Vado Ligure. Non ci sono irregolarità da segnalare, è tutto trasparente e denunciato come previsto dalla legge, ma questo genere di legami solleva domande legittime sulla trasparenza e l’integrità politica. Allo stesso modo, il PD, inizialmente, non si era espresso contro il rigassificatore, ma sembra che questo dettaglio sia stato tralasciato da Traversi.
Arriviamo poi alla parte più delicata dell’intervista, quella relativa alla composizione delle liste. Traversi ha affermato: “Si è deciso di far votare gli iscritti su candidato e lista, secondo statuto, nulla di strano o non democratico. Ad ogni modo, penso che una gara in rete anche per le candidature avrebbe cambiato di ben poco, queste liste. Si è scelto un metodo di scelta, basato su presenza sul territorio, valore e notorietà, e penso la scelta sarebbe stata più o meno la stessa”. È difficile condividere questa visione. Il processo decisionale appare poco trasparente, e la sensazione è che la base del Movimento non sia stata realmente coinvolta come avrebbe dovuto essere. Forse, in questo caso, sarebbe stato meglio evitare dichiarazioni superficiali e riflettere più a fondo sulla percezione della democrazia interna al partito.
L’intervista dell’onorevole Traversi sembra dimostrare una preoccupante distanza dalla realtà politica di Savona. Forse non è stato adeguatamente informato dalla coordinatrice savonese scelta da lui, ma resta il fatto che certe affermazioni generano più malcontento che chiarezza. In momenti come questi, a volte il silenzio sarebbe stato preferibile a dichiarazioni che rischiano di allontanare ulteriormente la base elettorale.
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