Tanti nomi che circolano: Massimo Nicolò (FdI), già vicesindaco di Genova nella prima giunta Bucci, Enrico Castanini (Liguria Digitale), Angelo Gratarola assessore uscente, Luigi Bottaro direttore generale della Asl 3, Alessandro Bonsignore presidente dell’Ordine dei medici di Genova, Paolo Petralia direttore della Asl 4, Luciano Grasso ora vicepresidente del Gaslini ma l’assessorato alla sanità è una “patata bollente” che pochi paiono disposti a raccogliere, specialmente in una regione in cui la sanità è al centro di numerose polemiche e insoddisfazioni.
La mancanza di candidati disposti a ricoprire l’incarico potrebbe riflettere il peso delle sfide in ambito sanitario: dai problemi di sovraffollamento negli ospedali alle lunghe liste di attesa, fino alla carenza di medici e infermieri. L’assessorato alla Sanità è un ruolo che richiede decisioni impopolari e una strategia di riforma strutturale, un’impresa difficile da sostenere sia dal punto di vista amministrativo che politico.
Per Bucci, l’assenza di aspiranti per questo assessorato è uno scoglio inatteso. Da nuovo governatore, la sua intenzione di creare una giunta che parta con energia e slancio si trova rallentata da un tassello fondamentale che manca all’appello. Sembra, infatti, che nessuno voglia mettersi alla prova su un campo minato come quello della Sanità, consapevole delle critiche che riceverà qualsiasi azione intrapresa per risolvere una crisi che si trascina da anni.
Con l’assenza di candidati, si fanno strada possibili alternative: si vocifera di una temporanea gestione commissariale oppure della possibilità di affidare a un esterno il compito di riordinare la sanità regionale, con l’obiettivo di alleggerire la pressione politica. Tuttavia, Bucci dovrà fare i conti con un’opinione pubblica sempre più attenta e critica verso la gestione sanitaria e con le inevitabili tensioni interne alla maggioranza, chiamata a trovare al più presto una soluzione.
Per ora, il rebus dell’assessorato alla Sanità resta aperto.