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Liguria: tra discariche, aumenti e gare mancate – il caos della gestione pubblica

Varazze decide di aumentare l’IMU a seguito della chiusura della propria discarica. La decisione, sebbene impopolare, punta a far fronte ai costi lievitati per lo smaltimento dei rifiuti. Ma il tema non è isolato: si inserisce in un panorama più ampio che tocca l’intera Liguria e mette in luce un problema di fondo nella gestione dei servizi pubblici essenziali.
Proprio in questi giorni, il TAR ha stabilito che il Festival di Sanremo, simbolo della cultura e spettacolo italiano, debba essere affidato tramite gara. La sentenza, che potrebbe riscrivere il futuro della kermesse, pone un interrogativo più vasto: perché lo stesso principio non viene applicato con la stessa rigidità ad altri ambiti, come la gestione dei rifiuti?
Un caso emblematico è quello della discarica del Boscaccio, a Vado Ligure. La Corte dei Conti, già nel 2022, aveva espresso la necessità che la concessione dell’impianto, gestito dalla società Ecosavona, fosse affidata tramite gara pubblica europea. Secondo i magistrati contabili, l’attuale gestione non rispetta i principi di parità di trattamento e concorrenza, sollevando dubbi sull’aderenza alle normative europee e nazionali.
L’inchiesta, riportata da La Repubblica, evidenziava “significative discordanze” nei rapporti finanziari tra la Provincia di Savona e la Regione Liguria, complicando ulteriormente un quadro già opaco. Ecosavona, già coinvolta in due inchieste giudiziarie, gestisce un impianto che rappresenta un intreccio complesso tra pubblico e privato. Un tema delicato, soprattutto alla luce delle recenti tensioni politiche e giudiziarie che hanno investito la giunta regionale, capitanata da Giovanni Toti.
Se il TAR si pronuncia sul Festival di Sanremo e la Corte dei Conti sottolinea la necessità di una gara per il Boscaccio, perché non si applicano le stesse regole con uniformità? La domanda è lecita, specie considerando che l’affidamento diretto di servizi pubblici essenziali potrebbe configurarsi come illegittimo.
Quando una pratica sbagliata genera un danno, la Corte dei Conti è solita intervenire con sanzioni severe verso funzionari e politici responsabili. Perché, allora, nel caso del Boscaccio si limita a “suggerire” una soluzione senza azioni concrete?
L’aumento dell’IMU a Varazze e l’assenza di gare per il Boscaccio sono due facce di una stessa medaglia: un sistema in cui i cittadini pagano di tasca propria decisioni politiche e gestionali non sempre trasparenti. È il mondo al contrario, dove le regole si applicano a intermittenza e i costi ricadono sempre sui contribuenti.
E se la gestione della discarica del Boscaccio fosse messa a gara? Potrebbe rappresentare una via per ridurre i costi e garantire maggiore trasparenza, come richiesto dai principi europei. Dopotutto, affidare a un gestore selezionato tramite gara pubblica assicurerebbe criteri di concorrenza, equità e, forse, una gestione più efficiente.
Nel frattempo, restano aperti i dubbi sulla coerenza e l’efficacia del sistema. La Liguria, tra aumenti fiscali e mancate gare, sembra avvolta in un ginepraio normativo che alimenta la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni.

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