Liguria: L’assessorato alla Legalità Si apprende dagli organi di informazione che Raffaella Paita, candidata PD alla Regione Liguria, ha annunciato “l’intenzione di creare l’assessorato della Legalità, per lanciare un messaggio forte e contrastare sul nascere il rischio di infiltrazioni mafiose, soprattutto nel settore degli appalti. Intorno a questa figura verrà creato un vero e proprio team, composto da tecnici ed esperti. Non si capisce … |
la reale portata di tali dichiarazioni, meramente elettorali e prive di reali intenzioni e quindi significato, dal momento che non sembra per nulla facile e consequenziale combattere la criminalità organizzata di stampo mafioso, che secondo le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia è ormai diffusa in Liguria, da parte della candidata PD, poiché tra i suoi sostenitori (da lei mai respinti) ci sono persone indagate per voto di scambio nell’inchiesta “Maglio 3” come Alessio Saso, senza contare l’entusiasta Eugenio Minasso già fotografato mentre festeggiava l’elezione! In Regione con famiglie calabresi al centro di inchieste (il fatto quotidiano 28 febbraio 2015). Gli elettori liguri hanno forse già dimenticato lo scandalo delle primarie PD, con file di improvvisati attivisti senza tessera PD provenienti dal meridione o dalla Cina? Tra i tanti, il caso emblematico di Certosa, quartiere di Genova, a forte infiltrazione mafiosa, invaso da votanti spaesati e neanche coscienti di cosa volessero votare e gli eventi occorsi proprio ad Albenga e a Pietra Ligure, dove la Paita ha asfaltato Cofferati nella corsa delle primarie con uno schiacciante 90%. I seggi invalidati, secondo Cofferati, potevano essere ben più di 13 e occorre “fare lavorare Procura e Dipartimento Antimafia” (corriere della sera del 17 gennaio 2015). Tutto il partito PD è rimasto in silenzio, omertoso. Al contrario le primarie del Movimento 5 Stelle hanno evidenziato una partecipazione gratuita attraverso il portale web del Movimento e soprattutto tale partecipazione è libera da parte degli attivisti certificati. |
Dovrà anche fare pulizia in casa sua, la Paita, per sostenere con più forza questo suo improvviso afflato di legalità: suo marito infatti, Luigi Merlo (Presidente del Porto di Genova, giusto per non lasciarsi mancare qualche conflitto di interessi) già due anni fa fu intercettato con un imprenditore calabrese che in Liguria ha il monopolio degli appalti pubblici in materia di scavi e movimenti terra: Gino Mamone (corriere della sera del 7 gennaio 2015) Mamone nelle intercettazioni dice: “Noi ci siamo con quei settemila voti, non uno, noi tutti i calabresi, qua a Genova ce li gestiamo noi”. E’ un personaggio che nelle informative del 2008 per l’inchiesta “Mensopoli” veniva così definito dagli investigatori “Il tenore delle conversazioni intercettate ha evidenziato collegamenti di Gino Mamone sia con il mondo politico sia con il mondo delle cosche calabresi. Egli potrebbe rappresentare il punto di contatto tra i due mondi”. I candidati consiglieri del Movimento 5 Stelle invece, con in testa la Candidata Presidente Alice Salvatore, sono liberi dal giogo dei gruppi di potere. Sono cittadini informati che cercano di portare all’attenzione le istanze dei liguri, di tutte le province, senza sottostare ai ricatti degli esponenti dei poteri forti o peggio ancora di personaggi loschi in odore di criminalità. E’ notizia fresca poi quella che vede al centro della campagna elettorale pro-Paita, secondo i magistrati e la Direzione investigativa antimafia il fiancheggiatore di un boss ‘ndranghetista – Carmelo Gullace cui faceva da prestanome in un giro di usura: si tratta di Paolo Cassani, autosospeso, ma grande attivista per Raffaella (non mancano le foto sul web) durante le primarie interne del Pd (il secolo XIX del 14 marzo 2015). L’assessorato della Legalità sponsorizzato dalla Paita, se mai vedesse la luce, avrebbe allora un gran da fare, qualora in Regione Liguria tornassero a sedere i soliti noti dei vecchi partiti, quelli che nelle varie regioni d’Italia, Liguria in testa, hanno impoverito il bilancio per anni gravando sulle spese dei cittadini onesti con spese “pazze” per centinaia di migliaia di euro (la stampa del 25 giugno 2014). Diversamente, i portavoce a 5 stelle hanno dimostrato coi fatti di essere disposti a un taglio delle dorate indennità e sono votati alla trasparenza dei conti pubblici, delle spese per consulenze inutili nelle amministrazioni e sono altresì determinati a ridurre gli sprechi per liberare risorse da destinare alla cittadinanza, per migliorare i servizi essenziali. Altro che la legalità di facciata sbandierata da Lella Paita, affidata a “tecnici ed esperti” probabilmente da nominare e stipendiare profumatamente perché non elaborino alcunché: solo con il Movimento Cinque Stelle al governo della Liguria l’onestà e la legalità torneranno di moda. M5S Liguria |