Battelli si definisce un “grillino” ma solo fino a quando c’era qualcosa da “grillare”. Ora, evidentemente, si è reso conto che i menù ideologici del M5S non sono più di suo gusto. Nonostante continui a ripetere di non essere un elettore di centrodestra, (ora è di +Europa) ha trovato in Bucci un modello di amministratore che ha saputo “trasformare” Genova. Trasformare in cosa? Non lo specifica, ma sembra soddisfatto del lavoro di Bucci, come un critico culinario che loda uno chef per il semplice fatto di non aver bruciato la cena.
Secondo Battelli, la sinistra è stata incapace di proporre qualcosa di concreto in campagna elettorale. L’ormai ex-deputato del M5S dice che l’unica strategia del centrosinistra è stata denigrare gli avversari come “brutti e cattivi”, come se fosse un modo originalissimo e mai visto prima di fare politica.
Ma il vero colpo di genio arriva con le sue considerazioni sul Movimento 5 Stelle. Battelli sferra l’affondo accusando il M5S di essere diventato un partito “padronale” sotto la guida di Giuseppe Conte, che, nella sua visione, ha preso il controllo totale, tanto da dover ribattezzare il movimento “PdC” (Partito di Conte). Da che pulpito! L’ex-portavoce che per anni ha fatto la fila per allinearsi alle decisioni dei vertici, adesso si scandalizza del fatto che i candidati siano stati decisi senza un confronto. Probabilmente Battelli ha dimenticato che il concetto di “democrazia diretta” era già scomparso da tempo nei corridoi grillini, proprio quando lui era in prima fila.
E poi, il colpo finale: la critica feroce al Movimento che ha rinunciato al suo legame con le piazze. Battelli sembra avere nostalgia dei vecchi tempi in cui bastava gridare che “Renzi è cattivo” per ottenere voti. Tuttavia, l’ex-deputato non si è accorto che ormai persino quel mantra stantio ha perso efficacia.
E Grillo? Beh, per Battelli ha torto anche lui. Ha commesso l’errore di dire che il M5S è “compostabile”. Battelli, che conosce bene l’arte del riciclo – almeno per quanto riguarda le sue idee – avrebbe voluto una comunicazione che ricordasse al pubblico il periodo d’oro del Movimento, quando c’era ancora qualcosa da sognare. Ora, invece, l’ex-deputato savonese ci lascia con il quadro di un partito morto, privo di idee, che si dibatte tra i rottami di una visione che non riesce più a comunicare.
In sintesi, l’intervista di Battelli è una sorta di manuale del perfetto pentito politico: bocciate la vecchia casa e lodatene una nuova, che nemmeno sembra poi così nuova.