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Le ragioni per cui Anna Giacobbe vota la fiducia

LE RAGIONI PER CUI ANNA GIACOBBE VOTA LA FIDUCIA
LA SUA INCOERENZA, LE SUE STERILI GIUSTIFICAZIONI
Lei On. Anna Giacobbe, che ha passato una vita da sindacalista e grazie ai voti degli iscritti alla Cgil è stata eletta Onorevole, è l’incoerenza fatta persona, una che tradisce anche i suoi padri putativi, Guglielmo Epifani e Sergio Cofferati, ex segretari Generali della Cgil che la fiducia al Governo la negano.
Speriamo sia l’ultimo scempio consumato dalla CGIL a danno dei savonesi  perché non si possono dimenticare tutte le menti eccelse premiate con  soldi pubblici, quali Nino Miceli, Livio Di Tullio, Carlo Giacobbe e non ultima Fulvia Veirana sfornate dalla Cgil che più che una scuola di sindacato per la tutela dei lavoratori è una scuola che serve per lanciare nelle varie istituzioni e nei vari posti di comando, uomini di provata fede per continuare, con l’astuta circonvenzione degli iscritti, a tutelare i loro, e quelli degli amici, interessi

Per cui On. Anna Giacobbe non ci meravigliano più di tanto dei suoi sublimi ragionamenti da politicante di lungo corso già scontati che sembrano dettati a mantenere, senza se e senza ma, l’agognata poltrona raggiunta di Onorevole con lauto stipendio e prebende varie.

Non ci sembra affatto credibile quello da Lei dichiarato che le linee del suo partito ed il suo modo di operare non sempre sono convincenti, e a volte non sono nemmeno condivisibili e lei continua a cercare, con altri, di porre questioni e di fare battaglie per riorientare quelle impostazioni che non la convincono, ed infine quando afferma… “Renzi e il suo Governo sono oggi l’unica guida nel paese utile agli italiani”.

Le ricordiamo ad onore della verità, che quanto da Lei dichiarato è il contrario di quello per cui sono state fatte le battaglie, sembra di capire insieme a Lei, all’interno del suo partito, per modificare le cose in modo da evitare di andare incontro a una deriva inarrestabile e sempre più autoritaria. Chi non ha votato la fiducia esce umiliato e mortificato da questo scontro, ma orgoglioso del gesto, al contrario di Lei.

Appare evidente che con il suo pistolotto Lei contraddice su tutta la linea il suo pensiero, tranne quello di obbedienza al partito e l’attaccamento alla poltrona, siamo solidali con lei solo per le becere minacce da lei ricevute, che sono inaccettabili e che condanniamo.

Colga l’occasione alla festa dei lavoratori del 1° Maggio, cerchi di spiegare ai lavoratori discepoli iscritti alla CGIL e non, la sua “coerenza” e chieda se ne rispecchia onorevolmente il mandato ricevuto per rappresentarli.

Evviva il 1° maggio, evviva la coerenza.

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