LE FABBRICHE DELL’ARTE A CAIRO MONTENOTTE

LE FABBRICHE DELL’ARTE A CAIRO MONTENOTTE
 Rivalutare l’architettura delle industrie dimesse, nel nome dell’arte contemporanea per non dimenticare la loro appartenenza alla tradizione locale e al nostro territorio.
Parla MORENO GIOVANNI consigliere comunale cairese delegato alle politiche giovanili….

Arrivando a Cairo, capita a tutti noi di costeggiare la zona industriale, quella che una volta fu la culla dell’innovazione e che permise alle generazioni passate di stabilirsi e vivere in Valbormida. Oggi ne rimane un immenso spazio in gran parte in disuso, dove scheletri abbandonati di cemento e ferro non perdono occasione di ricordarci il fallimento dell’industria chimica e le disastrose conseguenze sull’economia delle famiglie valbormidesi.

Sono dell’idea che sia necessario ridare una seconda vita a questi enormi immobili abbandonati, iniziando una riqualificazione della zona in nome dell’arte. Dal 2000 in tutta Italia si è affermata la tendenza a convertire i vecchi poli industriali dimessi in luoghi di arte contemporanea, evitando che vengano abbattuti o, peggio ancora, lasciati al loro destino.

I progetti potrebbero essere i più vari: dalla raffigurazione di celebri opere d’arte sulle facciate delle fabbriche, al progetto di trasformarle in veri e propri centri artistici, dove gli interessati all’arte potrebbero incontrarsi. Questi luoghi diventerebbero un supporto per la creatività dei giovani valbormidesi, che con il loro lavoro ridarebbero dignità a luoghi in decadenza ma appartenenti alla tradizione locale e al nostro territorio.

Il recupero delle architetture dovrebbe essere un punto fondamentale per chi avesse intenzione di nutrire con l’arte il nostro territorio, popolato da persone operose; perciò sono convito che si troverebbero artisti locali disposti a dare continuità a queste strutture, senza lasciare che diventino macerie di un tempo che fu.

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