La squadra che visto le passate stagioni in mano a dei filibustieri, fallendo nuovamente e non trovando acquirenti ha dovuta essere rifondata secondo regolamento federale e CONI, ripartendo con nuovo nome dal campionato di prima categoria, dove ci sono società che nulla hanno da spartire con la storia della squadra in questione.
Ho letto che si sono trovate impegnate nel progetto, anche persone che hanno la mia conoscenza e fiducia, delle quali ritengo siano persone oneste e competenti.
Ho letto di altre persone impegnate nello stesso progetto, che non hanno per mia opinione, avuto la mia fiducia, la mia approvazione, ma non solo la mia.
Ho letto che purtroppo però anche stavolta molto probabilmente i progetti sono stati abbandonati, e di questo me ne rammarico.
Ho letto che qualcuno ha dato sfrontatamente la colpa di questo, alle critiche ricevute da una parte della tifoseria e della cittadinanza.
Volevo dire solo questo:
senza voler insegnare nulla a nessuno, per mandare avanti un qualsiasi progetto, non servono solo i soldi, ma ci vogliono gli accordi, le competenze in ogni modo e maniera, intenti solidi ed interessi comuni.
Non servono i proclami, le parole, i comunicati stampa, le conferenze, le sponsorizzazioni e le interviste di comodo.
Il Savona Calcio forse era morto già prima del 2019, nessun elemento è stato decisivo e convincente per amalgamare la rinascita della società con l’abbraccio della città.
Non è ancora una volta affatto bello sentire rinfacciare e rimbalzare eventuali responsabilità su qualcuno di esterno alla società stessa.
I progetti li fa chi gestisce il bene sociale, non gli amministratori, i politici o meno che meno i tifosi sugli spalti.
Lasciate stare il Savona Calcio dov’è, se non lo amate veramente, meglio sparire che sparare nel mucchio, tanto qualcuno cade…
Paolo Bongiovanni da FB