
Savona, terra di imprenditoria fertile, dove bastano due milioni di euro per risollevare ventun comuni in ginocchio. Lo assicurano, con tono da presentazione PowerPoint, l’assessore Paolo Ripamonti e il consigliere delegato Alessio Piana, che annunciano trionfalmente l’apertura di un bando da favola: contributi a fondo perduto per chi vuole aprire una nuova attività nella gloriosa Area di Crisi Industriale Complessa. Nome che già suona come una diagnosi medica.
Del resto, due milioni sono una cifra che fa tremare i polsi. Soprattutto se ripartita tra ventun comuni, centinaia di potenziali aspiranti imprenditori, e le ormai leggendarie burocrazie regionali. Con un tetto massimo di 50.000 euro a progetto – che salgono addirittura a 130.000 per chi tratta rifiuti o fa manifattura (perché si sa, l’industria oggi è fighissima) – basterà un business plan e tanta fede.
Il piano, dicono, dovrebbe generare un’ondata di rinascita simile a quella del dopoguerra. E già si sentono i rumori dei trapani nei capannoni vuoti di Vado Ligure, il profumo delle start-up a Pallare, le file di investitori internazionali a Millesimo. L’euforia è palpabile.
Per partecipare, però, bisogna non avere ancora iniziato, o avere cominciato ma non troppo, e comunque partire non prima del 1° gennaio 2025, salvo proroghe, modifiche, interpretazioni. E ovviamente serve un business plan che convinca, anche se nel frattempo l’intero settore produttivo della zona sta ancora cercando di capire se aprire un chiosco di piadine o un impianto fotovoltaico.
E se qualcuno osa dubitare della potenza del piano Ripamonti-Piana, basta guardare i risultati precedenti: ben 220 posti di lavoro potenziali, frutto di altri bandi miracolosi. Dove siano questi posti, resta un mistero, ma la speranza è l’ultima a morire, soprattutto in area di crisi.
Insomma, con 2 milioni, una buona dose di ottimismo e un pizzico di spirito pionieristico, Savona può sognare. Magari non una Silicon Valley, ma almeno una Cairo Montenotte Valley, dove il futuro passa per la creazione d’impresa – e il presente, come sempre, per il sito della Filse e i suoi moduli PDF.