ANALISI FAISA – CISAL SU TPL LINEA L’AZIENDA DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE DELLA PROVINCIA DI SAVONA L’analisi sul trasporto pubblico locale savonese della nostra segreteria provinciale, già presentata lo scorso 20 dicembre 2016 alla Conferenza dei Capigruppo del Comune di Savona. Con questa intendiamo dare una risposta concreta agli Enti proprietari di TPL LINEA in merito al nuovo piano industriale aziendale proposto… |
Vogliamo iniziare questa analisi prendendo spunto da un articolo apparso sul IL Secolo XIX di Genova di venerdì 16 dicembre scorso a firma di C. Caviglia…LEGGI… relativo alla disperata situazione dei colleghi di ATP del levante genovese che dovrebbe indurci a ripensare un nuovo modo di fare trasporto pubblico locale prima che sia troppo tardi. Crediamo anche noi che ci siano stati errori clamorosi compiuti dalla nostra classe politica, che ha dimostrato in questi ultimi anni l’assoluta incapacità di affrontare e risolvere i problemi legati alla gestione del traporto pubblico locale. Anche qui a Savona si è creduto, con la precedente gestione degli anni 2007/2012 Marson/Maricone voluta dal sindaco Berruti, che si potessero risolvere magicamente i problemi diminuendo solamente il costo del lavoro ma non è stato così, anzi abbiamo perso denaro pubblico per far fronte a risarcimenti milionari relativi a licenziamenti rivelatisi poi erronei. Anche noi concordiamo che le leggi, come quella sulla regolamentazione dello sciopero, vadano rispettate però alla stessa stregua del rispetto degli accordi sindacali che non possono essere cancellati da un piano industriale che viene prima illustrato presso la sede di un partito per poi essere comunicato ai lavoratori attraverso gli organi di stampa, scavalcando la RSU aziendale ed i lavoratori. Crediamo che le proposte avanzate, quali le subconcessioni delle linee meno remunerative e la revisione degli accordi di secondo livello del personale, siano indicative della assoluta mancanza di una prospettiva strategica per rilanciare un’azienda che ha già effettuato una fallimentare ristrutturazione che di fatto ha solo abbassato gli stipendi dei lavoratori e la loro qualità della vita, allungandone ad alcuni il nastro di lavoro con turni spezzati, sopprimendone ad altri i riposi aziendali in cambio di maggior lavoro straordinario (vedi Val Bormida) ed imponendo tra l’altro turni non rispettosi della normativa in materia di tempi di guida, interruzioni e periodi di riposo, non concordati con nessuno e che hanno determinato la percorrenza di migliaia di chilometri in fuori servizio con un notevole spreco di denaro pubblico e di servizio non erogato. Ristrutturazione impostata erroneamente su una mera riduzione di personale viaggiante ( circa 400 mila euro in meno per gli anni 2013 – 2015 ) compensata da un utilizzo esagerato dello straordinario, gestito tra l’altro dall’azienda in modo poco trasparente (già oggetto di denuncia da parte di questo sindacato nel 2011/2012) e di personale di officina con l’introduzione della cosiddetta Full Service , ovvero l’esternalizzazione di una parte della manutenzione relativa ai mezzi nuovi, che a distanza di 7 anni ha generato maggiori costi e la perdita di formazione professionale tra i pochi operai rimasti in officina, così come si evidenzia dalle migliaia di segnalazioni inerenti i guasti fatte dagli autisti e dalle giornaliere rotture dei bus. Dati che purtroppo indicano l’assenza di una seria ed efficiente programmazione nella gestione ordinaria e straordinaria di un reparto fondamentale per una azienda di trasporto a cui sommare una revisione delle procedure di acquisto dei pezzi di ricambio allo scopo di abbattere i costi dei fermi- macchina dovuti a guasti meccanici, che se da un lato registrano minori spese – circa 45 mila euro in meno di spesa per pezzi di ricambio – dall’altro non sono compensate da bus più efficienti con un decadimento dei parametri di sicurezza e maggiori disagi per lavoratori e utenti. Ristrutturazione impostata erroneamente anche con la soppressione, su parecchi turni urbani ed extraurbani, delle prime corse del mattino e delle ultime della sera che aveva determinato una contrazione del numero dei turni (un turno vale circa 60 mila euro) ma anche una perdita di utenti come si desume dai minori introiti da bigliettazione (corrispettivi vendite biglietti 2012 pari a € 7,622.714 contro i € 7,591.037 relativi al 2015). Negli ultimi 9 anni (2007 – 2016) il mancato rispetto del corretto rapporto uomo/turni con la cronica mancanza di personale ( autisti, verificatori e meccanici/lavatori), la formulazione di turni spezzati ( 85%) con un nastro di lavoro più lungo (h 7,30 contro h 6,30) con percorrenze impossibili da rispettare e soste non sufficienti per il recupero psico-fisico del personale alla guida, hanno generato un inesorabile peggioramento sia della qualità della vita e della salute del personale, in particolare del viaggiante, mansione già ricompresa nei lavori c.d. usuranti, e dell’officina, determinando un abnorme monte ferie non fruito (circa 24 mila giornate), una maggior quantità di malattia, di infortuni, di inidoneità totale e/o parziale alla mansione di guida e peggiori relazioni sindacali dovute anche alla mancata concessione delle previste agibilità. Crediamo che alla luce della perniciosa contrazione dei contributi pubblici erogati per il trasporto pubblico locale su gomma in questi ultimi anni sia necessario effettuare una riorganizzazione diversa e più coerente alle reali esigenze della mobilità dei cittadini savonesi rispetto a quella attuale, in contrapposizione a quella paventata sugli organi di stampa che preveda:
Al momento i Comuni serviti sono quelli di Calizzano (3 anni), Varazze (5 anni), Celle (1 anno), Vado L. (3 anni), Millesimo (3 anni), Alassio e Cairo M. per un totale di 951.925 euro e la nuova gestione dell’ufficio permetterà di recuperare già dal prossimo anno i servizi precedentemente persi con i Comuni di Albisola Marina e Superiore, Bergeggi, Andora e Calice. Questa prima riorganizzazione, a nostro avviso, dovrebbe permettere di recuperare i contributi pubblici venuti meno permettendo così agli Enti locali proprietari di TPL Linea di acquistare, ciascuna con il contributo che gli è possibile, le quote dismesse dall’ex Provincia facendo sì che la proprietà rimanga completamente pubblica e nell’ottica di fornire un servizio di trasporto pubblico locale diffuso e di qualità. Nel periodo 2012 – 2015 i ricavi derivanti dalla effettiva produzione, cioè dal trasporto di persone, sono rimasti pressoché stabili (9.8 – 9.6 mln) attestandosi attorno ad un valore del 30% rispetto al totale dei ricavi dichiarati ( circa 30 mln) comprensivi dei contributi pubblici e dei proventi vari per cui essendo che il 70% circa dei ricavi dell’azienda non derivano dall’attività statutaria riteniamo necessario che venga abbandonata la logica della facile ricerca del consenso e che vengano attuati meccanismi di selezione tali da permettere il subentro di persone competenti che non riducano un servizio strategico ed essenziale come quello del trasporto pubblico ma lo integrino per aumentarlo con politiche di espansione che vadano a contrastare la recessione di questi ultimi anni permettendo ai cittadini ed alle famiglie di muoversi meglio in città, spendendo meno, grazie ad un servizio di trasporto pubblico locale di qualità. Faisa – Cisal Savona |