Site icon UOMINI LIBERI

LA TATTICA DELL’ AFFETTARE IL SALAME

La giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea è chiara: quando si esegue una valutazione di impatto ambientale deve essere analizzato l’impatto potenziale dell’intero progetto. Dividere un progetto e considerare solo alcuni dei potenziali impatti è una tattica chiamata “AFFETTARE IL SALAME” (SALAMI-SLICING) ed è vietata dalla direttiva EU-EIA.
A pensar male si fa peccato, ma, analizzando i progetti presentati e approvati separatamente in questi mesi, è lecito porsi qualche dubbio.
Dapprima (il 27 aprile 2022) viene presentato il progetto per un deposito di GNL e BioGNL a Bergeggi, che ottiene il rilascio del nulla osta di fattibilità per una capacità massima di 19.440 mc. Il deposito sarà rifornito di LNG tramite piccole gasiere. Il Rapporto Preliminare di Sicurezza evidenzia che la costruzione del deposito avverrà in due fasi successive, pertanto, ciascuna delle due fasi, dichiarate “del tutto indipendenti tra loro”, sarà oggetto di un distinto Rapporto Definitivo di Sicurezza.
E qui si comincia ad affettare il salame….
Poi, il 18 luglio 2023 viene annunciato che, a c.a 2 miglia nautiche dal Deposito di GNL, verrà ancorata la FSRU Golar Tundra, che, oltre a stoccare GNL e a rigassificarlo, lo caricherà su gasiere small-scale per rivenderlo. Ed ecco un altra fetta di salame: il deposito sarà a Bergeggi mentre la Golar Tundra viene attribuita a Vado Ligure (due enti amministrativi diversi e sfasamento dei tempi di presentazione dei progetti).
Inoltre, è abbastanza logico pensare che il deposito sarà anche rifornito dalla Golar Tundra, data la vicinanza estrema.
È evidente che dal punto di vista della sicurezza, della prevenzione dei rischi e della valutazione dell’impatto ambientale le tre realtà dovrebbero essere valutate come un unico progetto, considerando anche la vicinanza con i centri abitati e altre strutture sensibili. Invece è stato spezzettato ad arte per ridurre al minimo vincoli e prescrizioni con buona pace di chi vive in questa zona.
Che ne direbbe la Corte di Giustizia Europea?

SPE

Condividi