Il partito estremista della destra spagnola non solo non sfonda, ma arretra rispetto alla precedente consultazione, mentre avanzano i popolari e tiene la sinistra socialista di Sanchez. Un governo tutto da scrivere insomma.
Sono questi i risultati delle elezioni Spagnole, con buona pace delle destre Italiane (Salvini Premier, Fratelli d’Italia) che vedono un netto arretramento della destra nostalgica del franchismo.
Ci sono a mio parere strategie da rivedere in quanto la destra estremista non sfonda in Spagna così come già avvenuto in Francia. Nella procedura di consultazione condotta da sua maestà il Re, non è stato accertato, ad oggi, che vi sia una maggioranza sufficiente per l’investitura” ha spiegato la Casa reale
Rimane centrale il ruolo dei popolari che, così come in Italia, rappresentano i cosiddetti moderati.
L’analisi di questo pareggio mette in evidenza che diventano determinanti i voti degli indipendentisti. In Catalogna la sinistra repubblicana (Erc) di Pedro Aragones, presidente della regione, ha perso 6 seggi scendendo a quota 7, alla pari con Junts per Catalunya di Carles Puigdemont, l’ex leader separatista fuggito in Belgio per evitare l’arresto dopo il tentativo di secessione del 2017.
Il presente Italico indica che la luna di miele con la destra va ancora avanti ma quando finirà sarà evidente un dato che finiti i partiti da “provare”al governo, non ci saranno più alternative possibili, anche perché lo stato centralista non sarà in grado di mantenere lo stato sociale, la sanità, con conseguente aumento dei poveri, e dei disoccupati.
Ed allora giungerà il momento di tornare a parlare di autonomia e indipendenza, ruolo che oggi vista la svolta nazionalista, sovranista, non potrà più svolgere la Salvini Premier.
Perché continuo a insistere su questo tasto dell’autonomia? Beh è chiaro che nonostante il maldestro tentativo delle destre di distrarre i cittadini con polemiche costruite ad arte, vedi ad esempio quella generata dalle stupidate scritte dal generale Roberto Vannacci, è ormai chiaro a tutti che il centralismo ha fallito su tutti i fronti, perciò si rende neccessario riprendere il discorso autonomista
interrotto dal voltafaccia di Salvini, e i suoi luogotenenti.
Roberto Paolino