Siamo alla farsa, la Regione Liguria capitanata da Toti due mesi prima dell’avvio operativo della piattaforma portuale APM Maersk-Cosco di Vado Ligure “si preoccupa” della viabilità ordinaria urbana di sfogo del porto non ancora regolata, e plaude alle opere di by pass che hanno un programma definito (completato se va bene 3 anni dall’avvio della piattaforma), peraltro frutto di cialtroneschi ritardi che nessuno può perdonare. Casello di Vado-Bossarino cantiere neppure installato, nuovo lotto Aurelia bis in ritardo stratosferico, sistemazioni attuale lotto Aurelia bis nei polverosi cassetti di qualcuno, la rugginosa infrastruttura in uscita dal porto appesa a far nulla ancora per quanto? Si consuma la solita tragedia italiana delle infrastrutture che non ci sono, dello sfasamento tra opere portuali benché lunghe e note e quelle di by-pass, convegni farsetta in TV per ricordare l’urgenza di fare senza poi fare regolarmente nulla con un “cast of characters” (per dirla alla Blek Macigno in inglese) fatto da una congrega di impagliati da museo delle cere a farsi convenevoli l’un l’altro con sorrisi e occhi sbalorditi a dirsi nell’intimo sotto i baffi (finti) e in coro << belin ma siamo ancora qui? Non ci hanno ancora presi a pedate!>>.
Ora chiedo a Piero, frequentatore di rango e di lungo corso assiduo di porti gestiti da municipalità e porti di ben altro taglio di amministratori, cosa possono pensare i grandi investitori dello shipping e della logistica da uno stato di cose così drammaticamente trasandato della portualità nostrana vista che l’orografia ligure senza adeguati correttivi infrastrutturale consiglierebbe di sviluppare bagni marini e fasce di ulivo?
Enrico Vigo da pilotina blog