LA POLITICA DEI RIFIUTI PER SAVONA E REGIONE LIGURIA . ANCORA DISCARICHE E PERICOLOSO INCENERIMENTO PREVISTI DAL PIANO REGIONALE O RACCOLTA DIFFERENZIATA SPINTA CON MINORI COSTI PER IL CITTADINO E NUOVA OCCUPAZIONE ?…. |
Afferma Rossano Ercolini che ha promosso “rifiuti zero” nel Comune di Capannori in Toscana: “la gestione dei rifiuti in Liguria è antiquata” infatti il rapporto ISPRA 2014 riporta questi dati: – Percentuale di RD in Liguria si ferma al 31,5%, mentre in Italia è al 42,3%, nell’Italia settentrionale raggiunge il 54,4%, ci supera la Campania col 44%. – Frazione organica raccolta pro-capite: – Quantità di RD pro-capite: – Rifiuti trattati in impianti di compostaggio: – Impianti di recupero delle frazioni raccolte in modo differenziato in Liguria: – Costo pro-capite: |
La situazione per il Comune di Savona è ancora peggiore di quella regionale perchè ha raggiunto nel 2014 solo il 28% di raccolta differenziata (RD) e, nonostante la sanatoria che sposta dal 2012 al 2016 il raggiungimento minimo del 65% di RD, non avendo nemmeno raggiunto la quota residuale del 35% pagherà una multa salatissima della UE…per aumentare ancora la TARI pagata dai cittadini? Come si può facilmente dedurre da quanto sopra riportato attualmente la Regione Liguria e il Comune di Savona riescono ad ottenere in tema di rifiuti pessimi risultati con elevati costi per il cittadino. A tutta questa situazione di arretratezza pone rimedio il nuovo Piano regionale Rifiuti ??? Riteniamo di no infatti, come da anni sosteniamo, il Piano regionale dei Rifiuti capovolgerebbe la “gerarchia dei rifiuti” prevista dall’ Unione Europea. Infatti L’art. 4 della Direttiva Ue 2008/98/CE sulla “gerarchia dei rifiuti” stabilisce l’ ordine di priorità in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento in discarica. L ‘inaccettabile “opzione zero”del Piano regionale rifiuti invece (da pag.220 e seguenti), in netto contrasto con l’ art. 4 della Direttiva Ue, dal 2012 al 2020prevede chesu circa 900.000 tonnellate /anno complessive di rifiuti, con raccolta differenziata (RD) dal 32% al 56%, INFERIORE A QUELLA MINIMA DEL 65% PREVISTA DALLA UE, ancora 550.000 – 330.000 t. siano smaltite in discarica e da 90.000 – 60.000 t. destinate alla combustione come CDR-CSS (combustibile solido secondario) da rifiuti. Complessivamente quindi la maggior dei rifiuti dal 70% a circa il 50%, in netto contrasto con la “gerarchia dei rifiuti” della Ue, verrebbe ancora trattata prevalentemente fino al 2020 con sistemi antiquati quali lo smaltimento in discarica e la combustione, sistemi che dovrebbero essere invece del tutto residuali nel trattamento dei rifiuti. La pericolosa combustione di Css da rifiuti sarebbe possibile anche nelle centrali a carbone in regime di AIA aggravando così l’inquinamento e peggiorando la salute della popolazione per le diossine ed i metalli pesanti emessi nell’aria con i fumi di combustione. Si legge a pag.220 del Piano regionale “Nel caso in cui la crescita della raccolta differenziata dovesse confermarsi in linea con il trend consolidato nel corso dell’ultimo quinquennio (3% annuo) il fabbisogno di discariche, in assenza di soluzioni alternative, si presenterebbe ancora rilevante e… necessiterebbe di un assetto di impianti di smaltimento sostanzialmente analogo a quello oggi disponibile”, e ciò è in contraddizione con la normativa Ue che invece ne auspicherebbe una loro graduale dismissione. (vedi Osservazioni MODA Piano Rifiuti 2013) Questo tipo di politica sui rifiuti con elevate quantità conferite in discarica, incenerimento e scarsa raccolta differenziata, a nostro avviso, si ripercuote pesantemente sulle già alte tasse dei rifiuti per le quali i cittadini si lamentano sempre di più. A nostro avviso infatti i costi per le discariche incidono pesantemente sul costo totale della gestione rifiuti. Nel caso del nostro territorio ricordiamo ad esempio che i rifiuti scaricati nella discarica del Boscaccio di Vado L., gestita dalla “Società partecipata” Ecosavona (70%Geotea, 25% Comune di Vado e 5% Comune di Savona) e in cui conferiscono ben 64 Comuni su 69 della Provincia di Savona, renderebbero almeno 100 euro a tonnellata per una quantità totale di rifiuti provinciali che è di circa 130.000 tonnellate/anno. Ricordiamo che il Comune di Savona, solo per il conferimento dei propri rifiuti alla discarica del Boscaccio, ha messo nel Bilancio di previsione 2014 ben 2.700.000 € per EcoSavona. Comprendiamo le preoccupazioni del Vicepresidente di EcoSavona che ha dichiarato che anche a causa dell’ incremento della raccolta differenziata in alcuni Comuni è diminuito il conferimento di rifiuti in discarica e infatti afferma “…quest’anno su 130.000 tonnellate preventivate ne arriveranno soltanto 100.000.” (La Stampa del 14/09/2014) ma riteniamo che i nostri Amministratori potrebbero essere più attenti a promuovere, in linea con la normativa Ue, una raccolta differenziata spinta porta a porta riciclando la maggior parte del rifiuto con compostaggio della parte organica (compost per l’agricoltura) che a detta di molti autorevoli Osservatori oltre a migliorare l’ambiente e a diminuire i costi incrementerebbe anche l’occupazione in una Provincia come quella di Savona che conta ormai circa 30.000 disoccupati. (vedi progetto “Rifiuti zero”) Infine tutte le discariche liguri da Ventimiglia a Sarzana non sono a norma in quanto non separano il secco dall’umido e questo comporterà elevati costi aggiuntivi per portare i rifiuti fuori regione!(vedi Il Secolo XIX del 25/09/14) Savona, 25 Settembre 2014 Dott. Agostino Torcello Dr. Virginio Fadda M.O.D.A. Savona |