La neolingua Italiana

Quanto ci fregano con le parole?
 
Il post di Beppe Grillo “La neolingua Italiana” ci ha fatto riflettere.
Quanto ci fregano con le parole?
Una di queste è RIQUALIFICARE.

Suggerisce idea di miglioramento,di promozione, di abbellimento, di restituzione al decoro in realtà se cerchi sul dizionario, uno di quei cosi vecchi e spessi, non è mica così chiaro il significato, nè così consueto l’uso.

Per forza: è neolingua, mica linguaggio primitivo, dei tempi appunto in cui si usavano quei libroni vecchi e spessi con tante parole dentro.
Però l’uso per cui il termine viene ripetuto, come un mantra, come una chiave per superare resistenze mentali, è sempre lo stesso: CEMENTIFICAZIONE e SPECULAZIONE.
Si prenda una zona degradata (e se non lo è, la si abbandona a se stessa finché lo diventa per forza): un vecchio palazzo, una villa cadente, un pezzo di verde, delle costruzioni tipiche, una zona industriale dismessa, aree agricole incolte, un parco abbandonato, un angolo di spiaggia con le antiche baracche dei pescatori insomma, qualsiasi luogo abbia uno stile, dei ricordi, un’anima.
Gli si strappi l’anima con le pinze, fino all’ultimo pezzettino, rifiutando qualsiasi ipotesi di recupero o di valorizzazione, e previa lucrosi accordi fra politici, finanza e solite imprese, si seppellisca il tutto sotto una montagna di improduttivo cemento, destinato a rimanere freddo e vuoto.
Ecco. Questo è “riqualificazione”.
Se sentite quella parola, cominciate immediatamente a diffidare.
Non c’è verso, non ha altri significati che questo.
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