La mossa dei disperati

Hanno ammantato una scelta da disperati, il prelievo sulle banche, come un provvedimento per favorire il sociale, (attenzione nessuno intende difendere le banche) ma davvero crediamo che non si tratti di un provvedimento che rappresenta una sorta di equità sociale bensì di una mossa causata dalla disperazione di chi sa perfettamente che, come si diceva una volta, non c’è più un lira e che oggi attualizzandola non c’è più un euro. Uno tra i primi a criticare quel provvedimento è stato Toti, si il nostro ahimè Presidente regionale, che ha bollato tale scelta di stampo Marxista, buttandola nella solita contrapposizione destra, sinistra perché neppure lui può dirvi che la festa è finita.
Davvero un governo geniale per recuperare 4 miliardi di euro, il giorno dopo con il mercato azionario ne ha bruciato 10.000 dei piccoli azionisti ovvero noi.
Anche abolire il reddito di cittadinanza è una mossa da disperati, questo provvedimento caricato ideologicamente con il conio di nuove parole tipo”occupabili” che diciamolo una volta per tutte non significa un cacchio, in quanto o si è occupati o disoccupati, il resto è fuffa.
Anche le lunghe liste di attesa in sanità sono causate anzi volute, perché non ci sono i denari per mantenere la sanità universalistica.
Mi spiego meglio: se un cittadino si rivolge al privato in quanto non si può permettere di attendere per esami, interventi ecc, è fondamentalmente un risparmio per la sanità pubblica, in quanto non si spende per tale prestazione e allora ben vengano le lunghe liste di attesa, anzi bisogna con tagli assurdi, come stanno facendo da anni, incentivarle a crescere per fare si che che sempre più in molti si paghino le cure di tasca propria.
Insomma amiche e amici mettetevi il cuore in pace, questo paese è formalmente fallito e non servono trovate propagandistiche, o scemenze come il ponte sullo stretto per distrarre il popolo da ciò che presto avverrà ovvero il disfacimento dello stato sociale e dell’economia.
Anzi più precisamente è lo stato centralista, che non sta più in piedi,non è più in grado di garantire alcunché a nessuno.
Per cui populismo a piene mani, battaglie ideologiche per distrarre il cittadino dai veri problemi e televisioni,  giornali incaricati di non fare pensare i cittadini, sedarli con argomenti vari, con finte polemiche e tanto, tanto leccaculismo nei confronti dei governi in carica.
Oggi se esistesse ancora un movimento autonomista sarebbe molto facile riparlare di autonomia, in quanto unica ricetta per salvarci. Attenzione quella vera  non quella farlocca, costruita per fare abboccare i gonzi, (vedi l’autonomia differenziata).
Autonomia regionale, macro regionale non fa differenza, basta che sia vera e sincera. Amministrare più in piccolo e più vicino ai cittadini, è senza dubbio più semplice. Perché con amministrazioni trasparenti che non tagliano i servizi, bensì gli sprechi e le corruttela, che si può davvero pensare di salvare questo paese da nord a sud isole comprese come recitava la famosa pubblicità.

Roberto Paolino

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