| La lotta deve essere unitaria: non c’è più tempo. Il Partito Comunista dei Lavoratori si schiera incondizionatamente, ancora una volta, con ogni forma di protesta e di lotta decise dalle lavoratrici e dai lavoratori della Tirreno Power. Le ragioni di questa vertenza non hanno un significato esclusivamente aziendale, ma riguardano tutto il territorio e il mondo del lavoro savonese. |
Inaccettabili sono i licenziamenti proposti dall’azienda. Inaccettabile è la mancanza di un piano industriale. Inaccettabili sono la debolezza e il continuo ping pong a livello politico e istituzionale. Inaccettabili sono le menzogne ad oggi raccontate. Occorre al più presto che l’Azienda, la vera ed unica responsabile, ritiri la sua proposta che altro non è se non l’ennesimo colpo mortale all’industria e all’occupazione sul nostro territorio. La data del 27 luglio si avvicina e sappiamo che la partecipazione alle assemblee tra i lavoratori è in deciso aumento e sempre più arrivano segnali di una volontà comune che la lotta possa compiere un salto in avanti. Partendo da questo proponiamo una giornata di sciopero provinciale che veda la più ampia e unitaria partecipazione tra tutte le sigle sindacali. Proponiamo fino ad allora una mobilitazione che vada oltre la classica forma di sciopero (particolarmente penalizzante per il salario di chi aderisce): i lavoratori che non sono di turno potrebbero organizzare delegazioni che portino le ragioni della lotta davanti alle altre aziende della provincia, alle istituzioni, ai supermercati, ai caselli autostradali, alla popolazione insomma; alla ricerca della massima solidarietà. Contestualmente è necessario che la vertenza della Tirreno Power si saldi con quella della Bombardier e con quella della Piaggio e con tutte le altre aziende in crisi. Le ragioni di questi lavoratori e lavoratrici sono le ragioni di tutti noi ed è per questo che occorre il più largo fronte d’azione. Il Partito Comunista del Lavoratori continuerà con le sue parole d’ordine portando poi ai lavoratori in lotta l’unica soluzione che può reggere di fronte alla crisi: la nazionalizzazione delle aziende che licenziano ed inquinano senza indennizzo per i grandi azionisti, sotto il controllo dei lavoratori stessi. |