Ma attenzione, non è una semplice chiusura! Si tratta di un vero e proprio restyling, un capolavoro di urbanistica destinato a ridisegnare il tratto del Corso compreso tra via dei Vegerio e via Paleocapa. Nuova pavimentazione, nuove panchine, nuova illuminazione. Insomma, tutto il necessario per rendere ancora più definitiva e indiscutibile la decisione presa contro il parere espresso dai cittadini.
Dopotutto, si sa, l’ascolto è importante… ma solo quando è selettivo. E questa amministrazione ha affinato l’arte di prestare orecchio con discrezione, evitando accuratamente di farsi influenzare da inutili petizioni, richieste e proteste. La chiusura di Corso Italia sarà dunque l’ennesimo monumento alla capacità della giunta di interpretare il concetto di partecipazione democratica in maniera creativa: voi parlate, noi facciamo come vogliamo.
E che dire della viabilità alternativa? Poco importa se gli automobilisti sono costretti a fare giri assurdi, se il commercio soffre o se i cittadini vedono in questa scelta una forzatura. L’importante è lasciare un segno, un’impronta indelebile su Savona. Nel frattempo, continuiamo a sentire discorsi solenni sulla mobilità sostenibile e sul bene comune. E poco importa se la cittadinanza è contraria: la democrazia, a Savona, è una cosa seria. Talmente seria che la giunta preferisce tenerla ben chiusa in un cassetto, al sicuro da ogni interferenza popolare.