Il segretario provinciale si è fatto imporre il nome della Pasquali dai soliti noti e la prima avvisaglia dell’errore politico era stato il mancato accordo con la sinistra di Casella, fallito proprio per quella scelta.
Se tu imponi un nome da votare è chiaro che devi essere certo di avere i voti necessari per farlo eleggere, altrimenti vai verso la sconfitta e così è stato.
Se la scelta della Pasquali fosse stata una scelta condivisa sarebbe stato certamente votata come lo fu la Di Padova la volta precedente, invece il gruppo di Martino, in accordo con Vigliercio, ha calato dall’alto la Capogruppo che sapevano essere invisa dai più, ed ecco la frittata.