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La doppia morale delle anime belle e i vizi della società savonese!

LA DOPPIA MORALE DELLE ANIME BELLE
E I VIZI DELLA SOCIETÀ SAVONESE!
Mutuando la frase recente del Leader Maximo “non provochiamo nessuno, diciamo la nostra”. proviamo a esplicitare qualche verità che tutti conoscono, ma nessuno si sogna di combattere; aldilà di qualche mugugno a orologeria e di qualche trafiletto sparato sui giornali per qualche giorno (massimo due) e poi tutto torna nel dimenticatoio: “Tutto a posto e Niente in ordine” è un vecchio film che ben vestirebbe il collaudato consociativo sistema di potere savonese eterno, immutabile, putrefatto, guasto, alterato e emanante anche un po’ di fetore di animale decomposto.
Nelle festività natalizie bisognerebbe essere più buoni si dice; ma non si può non evidenziare in una Città che declina anche nell’immagine, pur nello sfavillio delle luci festive, quanto succede ogni giorno nell’indifferenza delle persone e nella stanchezza dei riti. Tutti oramai sanno …
dell’impossibilità di realizzare il tradizionale Concerto di fine anno alla Darsena, del fallimento dei tentativi di progetti alternativi privati, del ridimensionamento di eventi al Teatro Chiabrera e  della assurda contrazione dell’Offerta di spazi culturali, della gestione ridotta persino dello storico Confuoco, senza Banda e Rinfresco e (si sussurra) per criticità finanziare dell’Associazione A Campanassa e mancato o ritardato pagamento di debiti contratti con un Noto produttore artista di Albisola).

Si potrebbe dire che nella “anomala” Savona non vale l’aforisma “la storia non si ripete mai come tragedia ma come farsa” o “il Postino suona sempre due volte”.

Provate a gettare lo sguardo sulle recenti decisioni politiche della nuova Giunta e verificate gli elementi di continuità o discontinuità (?) con le precedenti, provate a riflettere e verificherete che Tutto è tornato a posto con i diversi Pezzi nello scacchiere collocati in modo giusto e congruo.

Si è cambiato qualche Pedone (Sara Vaggi all’ ATA) ma la disposizione della disfida è immutata e forse anche immutabile (Partecipate); ma, soprattutto, i Tre Pezzi più pregiati (Re, Regina, Torre) – come d’incanto – o sono rimasti ben stretti alla Poltrona di Enti che hanno cambiato solo il nome (magari estendendosi territorialmente da Ponente a Levante) saltando a piè pari l’intoccabile Genova Matrigna, o dopo lunghi giri e rigiri sono rientrati, anche formalmente, al loro posto (mai in verità sostanzialmente lasciato) nel Porto dei Desideri, oggi chiamato “Sistema” o hanno ottenuto ciò che volevano (Vox populi sussurra Crescent 2) e non fatevi abbindolare dalla Belinata Margonara e dal ricatto “richiesta danni” dell’ex potente liquidatore dell’industria di Stato (figuratevi se alla sua età e con le sue criticità pensa ancora al vecchio Progetto!).

Dunque il Mago Otelma ha fatto il Miracolo di Natale: il Divino ha sentenziato “Errare è umano, perdonare è divino e a Savona ci sono le prove provate”.

Sulla grande scommessa di “Savona Area di Crisi Complessa” si rasentano il ridicolo o meglio il rischio di un altro suicidio assistito.

E’ passato già qualche mese dalla dichiarazione del MISE e Tutto è rimasto – per dirla con Tony Dallara – “come prima, più di prima”; Progetti, strumenti, obiettivi, ruoli, competenze ferme al Palo, mentre il tempo scorre e le problematiche occupazionali incancreniscono e rischiano di deflagrare in una esplosione di rabbia che non potrà risparmiare nessuno: Comuni, Provincia, Regione, Governo, Sindacalisti, Imprenditori, Parlamentari, Consiglieri Regionali e Agenzie per lo sviluppo predicato e mai praticato!

Il Consuntivo dei primi mesi è imbarazzante e sembra segnato dal Gioco dell’Oca..ancor più del guinness per eccellenza detenuto dalla Giunta romana della Virginia Raggi.

E’ come la Tela di Penelope! E mentre la Regina di Itaca metteva in pratica l’ardito stratagemma di disfare la notte la tela tessuta durante il giorno, qui le OO.SS scrivono una lettera al giorno per togliere l’area di crisi di torno: un giorno ai Comuni, l’altro alla Provincia, l’altro ancora alla Regione e l’altro altro ancora al Mise; a sua volta un giorno il Sindaco di Cairo e l’altro il Sindaco di Vado o la Provincia scrivono a Toti e Rixi in Regione Liguria; la Regione a sua volta scrive al Mise….tutto in silenzio per settimane e…puntualmente riprende il gioco dell’Oca mentre il tempo scorre e i drammi restano.

Non c’è verso! Non si vuol capire che non potrà essere né Genova, né Roma e tantomeno lo “strumento tecnico” dell’Agenzia Invitalia a toglierci le castagne dal fuoco; serve un Progetto “condiviso” dal Territorio, autorevole e serio da proporre e veicolare al Ministero dello Sviluppo Economico e serve uno Strumento di Regia Territoriale che ancora non esiste; come serve coinvolgere il Comune di Savona a fare da Capofila Istituzionale, altrimenti fanno a farsi benedire almeno tre autorevoli veicoli di nuovo sviluppo e innovazione: Il Porto Sistema  Savona-  Vado – Genova,  il Campus di Savona e l’università di Genova, i Distretti Tecnologici di Genova.

Attenzione che i Treni passano una sola volta sulla tratta! Se si perde il Treno, è bella che esaurita la scommessa: prima si costruisce lo strumento di Regia e meglio è! Non c’è più tempo per tatticismi e incomprensibili gelosie! Ma bisognerà lavorare subito a muso duro, a tempo pieno, con coraggio, autorevolezza e dedizione nelle iniziative da intraprendere e nelle proposte industriali, formative e giuslavoristiche da avanzare.

Non svelo nulla di segreto, infine, se pongo l’accento da un lato sulla pervasività del sistema del malaffare, anche mafioso, nelle filiere produttive e del terziario di Savona e della sua Provincia, compresi alcuni legami – peraltro accertati in sede giudiziaria – tra Cosche e una certa Politica politicante, succube e corrotta; e, dall’altro sulla particolare persistenza di condotte etiche borderline, pericolosamente declinanti verso l’uso e abuso edonistico di droghe, alcool, sesso a pagamento, vocazioni pedofili di parti delicate della Chiesa ed  ogni sorta di giochi, anche estremi, di società per appagare frustrazioni e disincanto esistenziale.

Mi sussurra la Vox Populi che siffatti comportamenti “borderline personality disorder” sarebbero particolarmente diffusi nella “Savona da Bere” che spesso coinciderebbe anche con Quella che Conta e tra le Professioni che strutturalmente costituiscono la rete della Rappresentanza Politica e Istituzionale, nonché il Management d’Impresa; e, mi sussurrano ancora, che comportamenti sfacciatamente borderline sarebbero – addirittura presenti – in Palazzi del Potere che dovrebbero essere “al disopra di ogni sospetto” sino a toccare Personalità inimmaginabili e inarrivabili! 

E, pare, che uno dei metodi più semplici e redditizi per avere liquidità surplus, da dedicare al soddisfacimento dei propri piaceri, sia l’utilizzo ripetuto, abusato, eccessivo e smodato della moderna moda della “querela per diffamazione”; e dei proventi che derivano dalle cosiddette conciliazioni: pare che ci sia Chi vive addirittura di siffatto obolo, con esempi e stili di vita mirabili e quasi inverosimili che investirebbero anche Vertici di Istituzioni che dovrebbero amministrare e distribuire le due virtù cardinali di Schopenhauer, le quattro virtù cardinali e le tre virtù teologali della Religione cattolica.

Sarebbe ancora una volta l’eterna finzione tra l’essere e l’apparire a costruire il film dell’esistenza, ammortizzando la verità sostanziale che Tutti sanno come veritiera e provata da mille prove e la “verità giudiziale” che spesso e talvolta si riconverte in una falsa verità per non offendere il senso comune del Pudore! Io non ci sto e sono pronto ad andare fino in fondo, assumendomene in prima persona responsabilità e rischi, ma non rinunciando – in tutte le sedi – a portare il mio punto di vita, le mie convinzioni e la mia battaglia politica di trasparenza.

E’, infatti, successo anche a me di diventare inconsapevole oggetto di una Querela; e, ciò che è più grave e incomprensibile, in risposta a una dialettica politica netta ma responsabile all’interno e all’esterno del PD di Savona.

Segno di tempi bui e indice di grave decadimento del collante dell’appartenenza e della militanza; indicatori che mai sarebbero venuti meno ai tempi del Centralismo democratico del vecchio PCI o del PSI!

 

A parte il metodo: io non procedei mai giudizialmente contro un compagno/a di Partito senza averlo sentito e chiesto spiegazioni o preteso formali scuse; a parte i meccanismi assurdi di formalizzazione di un avviso di garanzia, manco si trattasse di arresto in fragranza di reato e di strage terroristica che la dice lunga sulla priorità della Riforma della Giustizia, a parte l’obbligo costosissimo di dotarti di una difesa che altrimenti ti viene data d’ufficio, a parte le impietose clausole di una transazione e i tariffari esosi (forse fungibili per Marchionne e Lapo, per Qualche Consigliere Regionale o Boiardo di Aziende Private e Pubbliche, non certo per un Sindacalista)….a parte Tutto….continuo a pensare che è ora di dire basta al sistema clientelare e corrotto della lottizzazione politica, al riciclo degli sconfitti dalle competizioni elettorali con il contentino del Posto di Potere assicurato, ai Vincitori di Concorso ex Ante sostenuti dalla Raccomandazione dei Politici in auge, insomma alla Brutta Politica Politicante.

Se tutto questo verrà fuori nel dibattimento penale….io avrò già vinto: che mi condannino o meno è una variabile francamente marginale rispetto al dovere di fare chiarezza e contribuire a voltare pagina, almeno a Savona: milito nel PD non per avere; ma per contribuire ad un progetto condiviso di innovazione e cambiamento che dia a Ognuno e a Tutti le opportunità e gli strumenti per crescere.

BRUNO SPAGNOLETTI

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