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La cremazione e le gabelle medioevali del Comune di Savona

La cremazione e le gabelle medioevali del Comune di Savona

Recentemente ad un cittadino, Il Comune di Vado Ligure ha comunicato che si sarebbe provveduto all’esumazione della salma del figlio mancato tanti anni prima.  

Il cittadino, avendo scoperto dopo la morte del figlio che il deceduto avrebbe voluto essere cremato e le sue ceneri sparse in mare, partecipa alla riesumazione non senza una certa emozione e si fa consegnare i resti per la cremazione.

A questo punto il vadese ha avuto la sensazione di essere precipitato qualche secolo indietro quando facevano pagare una gabella per uscire ed entrare dai comuni (tutti ricorderanno un mitico film con Troisi e Benigni).

Al malcapitato, Il Comune di Savona, oltre alla tariffa per la cremazione dovuta all’Ata (474 euro), ha fatto pagare l’entrata nel cimitero di Zinola per consegnare i resti del figlio, e un’altra gabella per uscire con le ceneri.

Soltanto un politico spietato poteva concepire una disposizione del genere con la complicità di un’amministrazione assurda ed incomprensibile.

La questione non riguarda solo il cittadino che per fortuna si poteva permettere queste tasse, ma tutti coloro che vorrebbero farsi cremare e non ne hanno le possibilità economiche.

Se pensiamo che sempre più persone desiderano farsi cremare ci chiediamo: quanto incassa il Comune dalle cremazioni?  

Ecco perché l’impianto per le cremazioni fa tanto gola ai privati.

Non raccontiamo poi l’assurda burocrazia che il cittadino in questione ha dovuto subire per esaudire il volere del figlio di disperdere le sue ceneri in mare.

 

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