Gentilissimi esponenti del Forum Civico,
ho letto e condivido in toto la vostra lettera aperta al Sindaco Caprioglio, in relazione al verde pubblico e alle recenti selvagge capitozzature, condotte per ulteriore danno, e non per la prima volta, a stagione avanzata.
È evidente a tutti come vi sia zero sensibilità al verde, da parte di questa Amministrazione, pur se bisogna riconoscere che anche le precedenti non fossero ai massimi livelli in tal senso.
Ora, non ho titolo a rispondere, anzi, io stessa, in qualità di frustrata opposizione, mi sono sentita spesso delusa e impotente di fronte alle scelte devastanti e alla progressiva desolazione, e quando e dove ho potuto, ho anche criticato e denunciato con articoli e interpellanze.
Non posso rispondervi, ma credo già di indovinare come vi risponderebbe, se mai dovesse rispondere, la nostra Sindaco pro tempore: come fa sempre, di fronte a qualsiasi minima critica. Partendo dalle difficoltà economiche colpa della Giunta precedente, per poi proseguire piccata con esempi di progetti, veri o in fieri, di alberi piantati o da piantumare, di finanziamenti richiesti, e altisonanti progetti green, senza però un bilancio fra alberi tagliati e ripiantumati, un censimento di qualità e dimensioni delle specie arboree, di quanti alberelli siano miseramente seccati per incuria o terreno inadatto.
Del resto, se nella statistica da voi citata, e passata abbastanza sotto silenzio sui media, Savona risulta agli ultimissimi posti per il verde, un motivo ci sarà.
Esistono però due desolanti considerazioni da fare, non a giustificazione, ma a spiegazione, oltre a quella ovvia della riduzione costi e di un presunto efficientismo mal applicato, che spingono a potature drastiche.
Una, che purtroppo l’Amministrazione è lo specchio di una parte di ineducati savonesi, che pensano davvero che massacrare un albero sia “pulizia”, sia prevenzione del rischio, sia risoluzione del “fastidio” di rami troppo folti, e che chiedono a gran voce, anzi pretendono, interventi devastanti. Non sapendo, o negando, quanto siano sbagliati e controproducenti. Tanto è vero che le stesse pratiche atroci le vediamo spesso replicate in giardini privati, dove non è efficienza o riduzione costi la spiegazione, ma proprio ignoranza del verde e mancanza di rispetto e senso del bello e dell’equilibrio ambientale.
L’altra, che siamo nel mal comune mezza tragedia. Guardatevi un documentario, un servizio giornalistico o una gara sportiva in esterna, in qualsiasi luogo della penisola, e vedrete spesso esempi di pratiche atroci applicate su poveri innocenti alberi maestosi, ridotti a tronconi.
Allora? Allora la soluzione sta in noi, nei tanti inascoltati estimatori del verde e del rispetto ambientale. Dobbiamo farci sentire di più, attivarci a tutti i livelli, locali e nazionali, come io nel mio piccolo faccio già ogni volta che posso, per far sì che questa crudeltà insensata e controproducente finisca. Perché gli alberi, ahimè, ancora più degli animali, non hanno voce né diritti.
Chiedere leggi che rispettino la natura, e che non siano disattese quelle esistenti, con un lassismo ormai cronico. Pressare ogni livello amministrativo. Vietare e condannare certe pratiche. Nonché, a livello più esteso e non solo di verde cittadino, vigilare che lo sfruttamento dei boschi avvenga con criteri ecosostenibili.
Una lettera aperta è un ottimo primo passo, ma deve essere solo l’inizio di una mobilitazione pressante, consapevole e generale, perché in questa società dominata da aridi criteri economici, sempre più spesso corrispondenti a tagliarci non gli alberi, ma il terreno del futuro sotto i piedi, si arrivi a un maggiore equilibrio e buon senso.
O la Terra intera sarà la prossima isola di Pasqua. Desolata, arida e e deserta. E senza umani, alla fine.
Milena Debenedetti Consigliera M5S