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La Chiesa

La chiesa, le case e il messaggio cristiano

Un recente sondaggio lanciato su Uomini Liberi chiede ai lettori di pronunciarsi sulle operazioni immobiliari della chiesa savonese, se siano o non siano rispettose del messaggio evangelico. Penso, con tutto il rispetto per la redazione, sia sbagliato di fondo. La parola di Cristo (“Lascia tutto quello che possiedi ai poveri e seguimi”) non ha mai indicato una chiesa in possesso di beni terreni, figuriamoci se poteva avallare vendite ed eventuali speculazioni varie…

Lo spostamento dei valori cristiani dalla spiritualità al materialismo è una scelta dell’uomo che di fatto, da duemila anni, pone la chiesa davanti ad una dicotomia costata lacrime e sangue. A partire dalla strage degli Albigesi bandita da papa Innocenzo III nel 1208 con l’avallo di Filippo il Bello, la prima crociata di cristiani contro cristiani. Questa dicotomia ha trascinato nel corso dei secoli infiniti problemi, un costo epistemologico primo responsabile oggi del fenomeno della secolarizzazione e dell’apostasia. Nel corso del suo breve papato durato 33 giorni papa Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, aveva posto al centro della sua missione proprio questa situazione chiedendo con forza una chiesa povera fra i poveri, nel rispetto della parola di Cristo. La morte improvvisa gli aveva impedito una radicale riforma delle gerarchie clericali e una diversa utilizzazione del patrimonio vaticano. Le enormi ricchezze immobiliari della chiesa, spesso legate a lasciti testamentari, di fatto da un punto di vista evangelico non dovrebbero esistere se non come stretto passaggio dai donatori alle persone che non possiedono nulla. La chiesa dovrebbe unicamente assumersi il ruolo di coordinatrice di questo passaggio. Il messaggio di Cristo parla di Provvidenza a sostegno continuo di chi segue le sue parole, non ha mai promesso ai suoi apostoli una vita terrena agiata (“Nel mio nome vi odieranno e combatteranno”) ma unicamente di essere sempre accanto a loro. Cristo parlava con semplicità a persone semplici, su questo occorrerebbe anche un lungo discorso sull’utilità della teologia che di fatto complica il linguaggio messianico rendendolo comprensibile a pochi.

La dicotomia della chiesa trova uno specchio delle forze di sinistra, nate per difendere i ceti deboli e nel tempo trasformate in apparati affaristici. Di fatto, nel valori cardine, cristianesimo e comunismo non potevano essere nemici mortali ma solo differenziarsi sul passaggio spirituale e materiale dell’uomo. Su questo eventualmente discutere. La frattura nasce proprio dal “bacino di utenza” che è lo stesso, tragico non si sia mai pensato di quanto questi valori in accordo avrebbero potuto cambiare il mondo. L’anarchismo cristiano di Muntzer, Tolstoi, Winstaneley, Weil, Ellul solo per citarne alcuni, rappresenta la sublimazione filosofica di questa possibile simbiosi.

Ben diverso dal cattocomunismo… Anche teologia e linguaggio politico comunista sono accumunabili, perché spesso incomprensibili in quanto affidati ad intellettuali incapaci di trasformare il pensiero in semplicità discorsiva e quindi destinati a pochi.

Questo trasporta chi ancora possiede valori radicali cristiani e comunisti in un limbo elitario, poco praticabile dalle persone alle quali il messaggio dovrebbe essere indirizzato.

Tornando al sondaggio, penso sia quindi indubbio non potrebbe indicare il rispetto di un punto di vista evangelico ma unicamente interrogare sul valore etico di queste operazioni immobiliari. La risposta al quesito è facilmente individuabile…

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