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La “candidatura di cortesia” di Elisa Di Padova

Giunta di Savona, l’autogol della sinistra
Pd e Idv, la “candidatura di cortesia” di Elisa Di Padova, assessore ai giovani
Chi sceglieva i candidati dell’Idv a Savona? Il Pd, o meglio il sindaco Federico Berruti. È una rivelazione che apre un ennesimo squarcio sui retroscena della politica, quella che arriva da uno degli interrogatori dell’inchiesta della Procura sul quasi fallimento del Savona calcio della penultima gestione. E che potrebbe riservare novità anche sul fronte dei finanziamenti delle campagne elettorali.
Come spesso accade…
…. il football e catalizzatore di interessi politici e imprenditoriali. Capita così che Andrea Pesce, imprenditore genovese che nel 2009 porto i biancoblù al passaggio di categoria, e dopo pacche sulle spalle e promesse degli amministratori si ritrovò senza sponsor e soldi, sia indagato come ex-presidente per un controverso episodio circa una presunta truffa.

Ma nei mesi scorsi, sentito dagli inquirenti savonesi che vogliono capire le responsabilità del crack calcistico, Pesce ha parlato anche di politica. E ha raccontato che Elisa Di Padova, attuale assessore alle politiche giovani nelle fila dell’Italia dei Valori della giunta di centrosinistra di Savona eletta nel 2011, venne scelta dall’allora sindaco del Pd Federico Berruti,  che si ricandidava e (avrebbe vinto) per il secondo mandato.
Pesce avrebbe spiegato agli investigatori che Berruti gli chiese di farsi da tramite con Giovanni Paladini, deputato, oggi fuoriuscito dall’Idv ma all’epoca coordinatore regionale dipietrista, affinché accogliesse la Di Padova nelle fila del suo partito. La Di Padova era all’epoca addetto stampa del Savona calcio e della Asl2 di Savona. Ottenne quasi100 preferenze e come prima non eletta venne reclutata in giunta. Va detto che all’epoca il Comune aveva forti legami con i Savona calcio visto che l’assessore Luca Martino sedeva nel cda.
Giovanni Paladini interpellato  da Repubblica, ricorda così quella vicenda: “anche se non apparteniamo più allo stesso partito, credo che la Di Padova sia stata un’ottima scelta per Savona. Ci interessava sicuramente perché era in grado di ottenere parecchi voti, e infatti li prese. Sinceramente non ricordo l’episodio di Pesce, ma anche se il Sindaco ci avesse detto “ la mettiamo nella lista”, lo avrebbe fatto perché più la lista tira e meglio va, tanto più che lui voleva vincere con una bella percentuale, come poi è successo.”
Paladini è invece risoluto su un’altra questione: “escluso che Pesce o qualsiasi altro imprenditore possa aver finanziato in alcun modo la nostra campagna elettorale. L’Idv se le pagava da solo.”

Ma su questo aspetto appare, invece, un po’ più esitante la diretta interessata, Elisa Di Padova: 

“Io avevo ricevuto diverse richieste di candidarmi, anche da Pd, e poi scelsi di farlo con l’Idv, che apparteneva ad una coalizione in cui mi rispecchiavo. Se Pesce finanziò la mia campagna?…..non lo so… ho pagato spot radiofonici con soldi miei, ricordo che Pesce mi aveva messo a disposizione un grafico per santini ….non so se fosse pagato da lui, non voglio dire cose che non so, ero completamente nuova alla politica…. io ho sempre sperato che la mia nomina fosse stata fatta per le mie capacità, che sto cercando di dimostrare”.

Tra l’altro un’altra delle rivelazioni di Pesce riguarda la decisione del sindaco Berruti che all’epoca volevo assegnare alla Di Padova l’assessorato ai Lavori Pubblici, una delle poltrone più ambite e difficili di un’ amministrazione comunale.

 

Pesce ha raccontato che la Di Padova rifiutò temendo di non essere all’altezza, e oggi lei conferma questa versione: “Sì mi offrirono anche l’Assessorato ai Lavori Pubblici, ma io credo che ci debba essere la competenza specifica per svolgere certi compiti.”

Andrea Pesce, il manager che ha creato due aziende importanti, prima Transitalia  e quindi la Genova Archivi, verso la fine dello scorso decennio fu coinvolto in due avventure sportive.

Fu il munifico sponsor dell’ Igo Volley di cui è presidente onorario il giudice Roberto Fucigna (lo fu anche del  Savona calcio con la gestione Pesce) e poi, convinto dall’allora  socio Antonio Desiata, rilevò il Savona contando anche sulle promesse di sviluppo del progetto della cittadella sportiva di Legino fatte dai politici, all’epoca in campagna elettorale, e dagli amministratori locali. Oggi Transitalia è società in fallimento e tra Pesce e Desiata  è in corso anche una battaglia giudiziaria con tanto di denunce.
Marco Preve da La Repubblica
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