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La bellezza di Celle, sempre vantata da tutti ma costantemente violata

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Quarta parte

Nella disquisizione precedente ho fatto più volte cenno alla bellezza di Celle, sempre vantata da tutti ma costantemente violata.

Il meraviglioso cedro del Libano dal giardino della chiesa di S. Michele,

La bellezza è un valore dal quale è facile allontanarsi senza accorgersene, perché, pur conservandone l’apprezzamento, si perde il senso della bruttezza.

Negli ultimi anni di cose brutte ne abbiamo visto fare tante. Fra tutte la costante eliminazione degli alberi: a Celle, così continuando, nessun albero giungerà ad essere centenario. Siamo arrivati ad eliminare una quercia monumentale cinquecentenaria (abbiamo le fotografie del tronco tagliato perfettamente integro), un meraviglioso cedro del Libano dal giardino della chiesa di S. Michele, un intero viale di pini, i pini di via Colla e di largo Giolitti, le palme di piazza dell’Assunta e molto altro. Se non verranno curate perderemo anche le particolarissime querce da sughero della Natta.

Non dobbiamo abituarci al brutto, dobbiamo vederlo, l’abbrutimento, e correggerlo. Se non sarà possibile la sua trasformazione dovremo nasconderlo.

Celle è bellissima vista da distante o dall’alto, ma perde quasi ogni bellezza vista dal di dentro. A salvarla rimangono il centro storico, i nuclei antichi frazionali ed il lungomare della Crocetta.

Per promuovere la partecipazione di Celle al concorso Borgo dei Borghi si sono utilizzate le immagini del passato – i caruggi, la Crocetta, le chiese, la spiaggia – e niente di più recente o del presente; segno che negli ultimi anni niente si è aggiunto di bello; addirittura, infiniti interventi edilizi privi di caratterizzazione hanno deturpato oliveti e pinete al punto da non poterne più fare vanto.

Chi ha memoria di quel che era decenni fa ricorderà di aver incontrato con frequenza pittori sconosciuti i quali, sistemato il cavalletto, ritraevano scorci e vedute di Celle; ricorderà anche l’esposizione pittorica di alcuni di loro sul muretto del rio Ghiare o i quadri del paesaggio cellese nelle botteghe dei pittori Molmar e D’Aquino. Celle era da dipingere!  Quanto scambio ci fu fra Raffaele Arecco, maestro del colore, e la sua Celle!

Restituire bellezza al paese è diventato un obbligo urgente e prioritario; dalla sua buona riuscita dipende l’avvenire di Celle. Ce lo dice l’esperienza scientificamente studiata: non vi dipende solo il recupero di un turismo in via di degrado, ma anche la ricostituzione di un solido rapporto sociale fra cittadini che hanno ormai affidato al solo associazionismo di volontariato il suo mantenimento: l’impegno prolungato, costante, per il raggiungimento di un obiettivo condiviso e alla portata di tutti ricrea una comunità.

Che il turismo sia in forte degrado non lo si può certo negare. Degrado che non è cominciato adesso, è cominciato parecchi anni fa. Nel 2014 il gruppo “Futuro Oggi” lo denunciò pubblicamente, prevedendo il calo di reddito turistico, in particolare delle strutture alberghiere, che avrebbero perso interesse a rimanere tali. Non fu creduto. Si assiste, così, ad una continua e distruttiva loro trasformazione in residenze. È inutile, oggi, vantarsi di aver avuto ragione, ma è necessario ricordare che per amministrare bene si devono prevedere i fenomeni in arrivo: riconoscerli quando già hanno prodotto i loro effetti è da incompetenti e soprattutto è inutile.

Va detto, però, che la trasformazione in residenze degli alberghi ha trovato qui a Celle una possibilità di attuazione ben maggiore che altrove, supportata dall’Amministrazione Comunale che l’ha favorita. Sarebbe stato meglio, invece, impegnarsi ed operare per restituire al paese la passata capacità di attrarre turismo e incrementarne la redditività.

Decenni fa a Celle si trasformarono gli appartamenti in pensioni e, dopo, in alberghi, creando la ricchezza che ci ha poi accompagnato; adesso si fa l’operazione contraria, credendo scioccamente di ottenere lo stesso risultato. No, il risultato, ovviamente, sarà l’opposto.

Come detto, rimetterà le cose nel loro giusto cammino la rivalutazione della bellezza. Questa sarà l’obiettivo primario, conseguibile attraverso l’opera di cittadini che mettano al servizio della collettività la loro sensibilità accompagnata, com’è sempre, con l’amore verso la natura. Sarà la stessa sensibilità, con la consapevolezza della sua importanza, a suggerire a questi cittadini di attivarsi in risposta alla comune richiesta.

Luigi Bertoldi

(Continua)

 

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