Non solo fa capire che la piattaforma non darebbe mai e poi mai le cifre iperboliche di lavoro ipotizzate, ma al massimo poche decine: fa anche capire che si tratta di un tipo di struttura del tutto sovradimensionata, rigida, inadatta ai nostri porti. Se ci aggiungiamo che sicuramente l’attuale crisi mondiale avra’ effetti pesantissimi di riduzione delle movimentazioni di massa delle merci, non sarebbe il caso di rinunciare a progetti come questo? Per motivi che non hanno niente a che vedere con l’ambientalismo o con il conservazionismo miope, ma piuttosto con la necessita’ attrezzarci e di prevedere soluzioni piu’ agili,flessibili, mirate a un commercio che cambia, anziche’ cedere ancora ai miraggi faraonici? Azzardo: in un futuro mercato mondiale senz’ altro in contrazione se non in asfissia, non sara’ privilegiato chi sapra’ anticipare le nuove esigenze, meno volumi ma piu’ flessibilita’ e risposta veloce? Ma gia’, per qualcuno la crisi prima o poi passera’ e tornera’ tutto esattamente come prima. Seeee… Solo che investire su previsioni fasulle procura danno doppio.