Tirreno Power, i dati dell’aria di un anno: valori 5 volte inferiori ai limiti biossido zolfo tirreno power Tweet Stampa Mail Pdf Articoli correlati Tirreno Power, la Rete contro il carbone: “Altro che trasparenza, concessi limiti AIA anomali” Tirreno Power, con la centrale spenta non migliora la qualità dell’aria: ecco i dati Tirreno Power, Rsu Bombardier a fianco dell’indotto: “Tra un anno potrebbe toccare a noi”. Proposta banchetti nei mercati Tirreno Power, online due nuovi dossier su emissioni, misurazioni e processo di controllo ambientale Tirreno Power: “I nuovi dati ufficiali Arpal confermano la buona qualità dell’aria a Vado Ligure” Tirreno Power, anche per l’Arpal con la centrale spenta i livelli di inquinamento non cambiano Vado Ligure. La centrale di Tirreno Power è ormai spenta da oltre un mese, ed in questi giorni centinaia di dipendenti dell’indotto hanno ricevuto quella che per molti potrebbe essere la loro ultima busta paga. I lavoratori infatti sono ora tutti in cassa integrazione in deroga, ma al momento la Regione che paga questa tipologia di ammortizzatore sociale ha ricevuto dal governo solo i fondi per saldare la mensilità di agosto 2013, quindi passeranno molti mesi prima che possa arrivare a saldare marzo e aprile 2014. Mentre ancora non è chiaro quando la questione Tirreno Power, ma più in generale la questione carbone, verrà discussa a Roma una cosa è chiara: il blocco della centrale non solo mette in crisi la società elettrica, ma sta mettendo pesantemente in ginocchio il tessuto lavorativo di una provincia dove le chiusure di aziende più o meno grandi sono quotidiane e il numero di disoccupati è in costante aumento. “La centrale inquinava oltre i limiti provocando decine di morti, non aveva i dispositivi previsti dall’Aia e non aveva avviato la costruzione della copertura dei parchi carbone”: queste, in estrema sintesi, le motivazioni che hanno portato al fermo dell’impianto. Nei giorni scorsi abbiamo già pubblicato (qui e qui) i dati della qualità dell’aria e dei livelli di inquinamento nella provincia partendo dai dati registrati dalle centraline Arpal posizionate da Albenga alla Valbormida oltre che a Vado, Quiliano e Savona. Oggi pubblichiamo una serie di grafici che prendono in esame un arco temporale più lungo, un anno circa, quindi dal primo aprile 2013 alla fine di marzo. Quello che emerge è che in questo arco temporale i limiti di legge previsti per il biossido di zolfo e per il monossido di carbonio non sono mai stati superati. Nel primo caso il limite per la tutela della salute e l’ambiente (DLG 155/2010) impone una media giornaliera non superiore a 125 µg/m3, il picco massimo di SO2 è stato registrato dalla centralina di Quiliano nel maggio 2013 con un valore di 20 µg/m3, comunque 6 volte inferiore al cosentito. Singolare rilevare che dei 5 picchi registrati dalla centralina di Vado, tutti ampiamente nei valori di legge, due siano avvenuti a centrale spenta. Per quanto riguarda il monossido di carbonio il limite per la tutela della salute e l’ambiente (DLG 155/2010) impone una media giornaliera non superiore a 10 mg/m3 calcolato ogni ora sulla base delle 8 ore precedenti. Certo sono formule complicate da capire, ma anche in questo caso i freddi numeri aiutano a capire l’andamento nel corso del 2013 e la prima parte di quest’anno: i livelli di inquinamento non hanno mai superato i 2 mg/m3, ovvero 5 volte meno del limite, e come si evince dal grafico il fatto che i gruppi a carbone fossero o meno in funzione non sembra incidere sui dati registrati nella zona del savonese.