Considerazioni in merito all’inquinamento atmosferico da centrale a carbone Tirreno Power Avendo letto sia su” Uomini Liberi ” che su ” ilsegnonews on line” vi invio un mio piccolo contributo al tema trattato.“Uccidere ed essere invisibili. Il mostro in agguato in un raggio di sole“….. |
Siccome in passato ho trattato molto approfonditamente la parte prettamente tecnica vorrei portare all’attenzione quanto segue: Per una centrale di medie dimensioni, come quella di Vado -Quiliano di 660MW nel distretto di Vado, Quiliano e Savona in merito all’inquinamento il contributo della centrale a carbone è pari al 35% del totale mentre quello attribuibile al traffico veicolare è del 22% del 15% quello delle altre industrie e del 12%quello del riscaldamento. Questi dati sono relativi al lontano anno 2001 quindi ben 10 anni orsono per cui queste percentuali sono peggiorate ulteriormente specialmente quelle relative alla centrale già obsoleta a tale data. Se consideriamo anche il contributo dovuto al particolato sottile secondario che si forma in atmosfera a partire principalmente dagli ossidi di zolfo e di azoto questo contributo cresce in maniera straordinaria fino a superare l’80%del totale delle polveri emesse in questo distretto dovuto all’emissione di ossidi di zolfo. Una conferma della particolare pericolosità di questa tipologia di particolato ci viene dagli studi di Fisher in cui si dimostra che la mutagenicità delle polveri raccolta all’uscita delle ciminiere di diametro aerodinamico particolarmente fine (micro e nano polveri ) è molto maggiore rispetto a quella delle polveri trattenute dai filtri molto più grossolane. Tale problema si pone in maniera particolare anche per i lavoratori delle centrali a carbone. Le ceneri della combustione vengono usate come base per la produzione di cemento. Quindi oltre alla diffusione in atmosfera degli isotopi radioattivi deve destare attenzione anche l’utilizzo delle ceneri riciclate nel cemento per la costruzione di edifici in quanto esse presentano valori di radioattività che eccedono o sono molto vicini ai valori massimi di radioattività consentiti. Inoltre è opportuno considerare il fatto che quella che risente maggiormente dell’effetto negativo sulla salute è la popolazione che risiede entro un raggio di circa 48Km da una centrale a carbone. In questa vasta area si avranno popolazioni più o meno esposte agli inquinanti per cui è scorretto o per lo meno insufficiente studiare gli eventi patologici in questo territorio magari confrontandoli con la media di un territorio più ampio in quanto questa modalità di studio diluisce il rischio comprendendo anche popolazioni poco esposte insieme a popolazioni mediamente o molto esposte . Il pericolo anche in questo caso è quello di sottovalutare l’entità del rischio. CICCIONE Riccardo |