La scelta di un unico sito per la Liguria mira a ridurre i costi di trasporto dei rifiuti e a promuovere una maggiore autonomia regionale nella gestione dei rifiuti. L’obiettivo è chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno della Liguria, senza dover ricorrere a strutture fuori regione, come avvenuto in passato. Solo nel 2023, infatti, sono state esportate circa 181.500 tonnellate di rifiuti indifferenziati verso impianti in Piemonte. Ora, con la disponibilità di Genova, la regione potrebbe finalmente puntare alla costruzione di un termovalorizzatore o, in alternativa, di un gassificatore.
L’ipotesi di Genova-Scarpino sta prendendo piede tra le sei aree individuate nella relazione di oltre 130 pagine redatta dal Rina. La relazione evidenzia i vari siti – Genova Scarpino, Valle Scrivia, Albenga, Vado-Quiliano, Cairo-Cengio – valutando la compatibilità per ospitare un impianto. Tra tutte, Cairo Montenotte risultava la più conforme ai criteri preferenziali, ma il sostegno locale a Genova è stato decisivo.
Savona, con una buona autonomia nella gestione dei rifiuti, grazie anche alla presenza di un biodigestore e una discarica di servizio ampliata, non sembra necessitare di un impianto di incenerimento aggiuntivo. Spetterà comunque alla nuova giunta regionale e all’Agenzia Ligure per i Rifiuti, una volta insediata, prendere la decisione finale e avviare il processo di realizzazione dell’impianto nel sito più idoneo.