Abbiamo ascoltato l’annuncio del sindaco Marco Russo in commissione, oggi lo ribadisce sul SECOLOXIX:
Il comune sentito il parere del proprio avvocato ha deciso di non versare ad Ata i milioni richiesti per Cima Montà.
In un normale contenzioso ci sarebbe stato l’immediata replica della parte aversa ed invece per ora assoluto silenzio.
Possibile che Ata se ne stia da quello che dice l’avvocato del comune
Eppure i due amministratori prima Tapparini e poi la Ferrando quando hanno fatto la richiesta erano sicuri del debito, e non c’è da dubitarne visto la serietà dei due professionisti
E Il commissario giudiziale Provaggi non ha nulla da dire?
Ricordiamo che il motivo della richiesta di dimissioni da parte del comune all’amministratrice Ferrando era proprio la diffida inviata al Comune da Tapparini e poi rinnovata da Ferrando che chiedeva i milioni per le fatture non pagate della gestione post mortem di Cima Montà.
Il Sindaco invece di fare la voce grossa chiedendo all’azienda di completare il percorso del concordato, perché non risolve la questione politica di Ata?
Lo sa che in consiglio ha un membro del Cda che ha patteggiato la pena.
Perché il comune di Savona non si è costituito parte civile al processo per il crac di Ata?
Queste sono le risposte che i savonesi, pagatori dei debiti, vogliono sentirsi dire dal loro sindaco.