Il ruolo del Comune nel Savona calcio di Pesce

I PM  vogliono capire il ruolo del Comune
E sul filone pallonaro indaga la procura di Savona
CHE ruolo ha avuto il Comune di Savona nell’avventura del Savona Calcio di Andrea Pesce? Se lo sta chiedendo la procura di Savona che, sul crack della società (poi rilevata da un pool di imprenditori locali), ha aperto un’indagine a seguito anche di una denuncia dello stesso Comune. A suscitare l’interesse dei magistrati penali (ma anche della Corte dei Conti) è il debito di circa 140 mila euro che il Comune sta ripagando al Credito Sportivo per il prestito concesso a Pesce per la costruzione di un campo scuola accanto al vecchio Bacigalupo.
Il campo venne costruito, ma il debito non è stato ripianato, perché i soldi servirono anche a pagare gli stipendi dei calciatori. Il Comune è ora chiamato a saldare il debito poiché accettò di sottoscrivere una fidejussione come gli era stato chiesto dal CdA della società, nel quale sedeva, in veste di consigliere, anche l’assessore Luca Martino.
Anche questa vicenda “pallonara” ha dei legami con gli intrecci finanziari e giudiziari del caso Sti. Parallelamente al business aziendale, Desiata provò, infatti, ad entrare nel mondo del calcio. Lo fece direttamente
nel 2008 con la scalata allo Spezia dove venne però battuto dal multimilionario nigeriano Gabriele Volpi. L’anno successivo, senza esporsi direttamente ma mettendo in campo un suo collaboratore, invitò Pesce a rilevare il Savona. Il manager riuscì anche a far fare il salto di categoria ai biancoblù. Ma l’epilogo è stato poco fortunato e oggi, sul crack del Savona Calcio, è in corso un’inchiesta che potrebbe rivelare clamorose sorprese anche sul fronte politico.
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