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IL RITORNO DEL MEDIOEVO: LA TORTURA DELLA FRECCIA

I volontari animalisti savonesi ricordano con orrore l’agonia spaventosa che, 15 anni fa nel finalese, un bracconiere fece fare ad un giovane cinghiale: era riuscito a fuggire, malgrado una freccia si fosse conficcata profondamente nella schiena e gli avesse perforato i polmoni; si era trascinato per giorni nei boschi fino a giungere vicino ad una casa dove era stato segnalato ai soccorritori, i cui veterinari purtroppo non poterono fare altro che sottoporlo ad eutanasia per abbreviarne le ormai inutili sofferenze.
La caccia con l’arco è una barbarie medioevale che gli amici della caccia avevano tentato di legalizzare nel gennaio 2015 e che il governo Meloni ha inserito nel Piano di controllo della fauna selvatica del 13 giugno corso; e ieri in consiglio regionale ligure, su proposta del consigliere della Lega Alessio Piana, è stata approvata con una maggioranza “bulgara” di 23 consiglieri su 28, quindi non solo dal centro-destra al governo.
Si potranno così infilzare sadicamente caprioli, daini, cervi, camosci e mufloni, sparando dardi pericolosissimi anche per chi passeggia tra i boschi coperti dal fogliame; quasi mai gli animali moriranno quasi subito e dovranno subire un supplizio indegno di un paese civile.
L’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) rivolge un appello agli animalisti, affinché scrivano mail si protesta al presidente della regione Toti (presidente@regione.liguria.it), che non ha mai speso una parola a favore della fauna selvatica e contro la sua maggioranza ed i suoi assessori che, sulla caccia, hanno dimostrato una totale assenza di compassione verso gli animali selvatici.

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