IL RIGHELLO #CAMBIAVERSO E SI RICONVERTE SULLA VIA DELLA LELLA! Scritto da Velina Rosso Antico Ai liguri erano perlopiù note le tante virtù pubbliche e i pochi vizi della Lella Paita, ma che fosse a tal punto “unta dal Signore” da far riconvertire il cuperliano di platino Mauro Righello e alcuni suoi fidi “scudieri” sembrava – a molti infedeli – quasi inverosimile. E invece è avvenuto! Lella sul suo sito e l’edizione savonese del Secolo XIX, annunciano oggi ufficialmente il novello “miracolo” di Saulo, non più sulla via di Damasco, ma di Genova sulla via Fieschi 15.
Proprio mentre si stava recando in quella città, fu avvolto da una luce abbagliante e udì una voce che gli disse “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti!”. La voce era di Gesù che si domandava il perché di tanto accanimento. Saulo si accasciò a terra, quando si rialzò e aprì gli occhi si rese conto di essere diventato cieco. Allora il Signore andò in sogno ad Anania, un cristiano che viveva in città, e gli disse di andare da Saulo e di guarirlo dalla sua cecità. Anania, conoscendo l’ostilità di quell’uomo per i cristiani, chiese a Gesù perché avrebbe dovuto salvarlo ed egli gli rispose: “Va, perché io ho scelto quest’uomo, Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli di Israele”. Anania così obbedì al suo Dio e si recò da Saulo, impose le mani sui suoi occhi ed egli recuperò la vista. Riprese le forze e fu battezzato alla religione di Gesù con il nome di Paolo. Ecco scambiate i nomi e come in un puzzle, mettete al posto di Saulo, il nostro Mauro Righello; al posto del Signore, la Lella e al posto di Anania. nientepopodimeno che il Presidente dell’Assemblea Regionale Ligure, il matematico al “bacio”di Mrésciu Michele Boffa; al posto degli adepti della nuova fede, i cuperliani “duri e puri” della Valbormida e la soluzione del Quiz è bella che risolta! Ma come in tutti i gialli che si rispettano la soluzione è assai intricata e le sorprese potranno essere all’ordine del giorno! Lo scopriremo solo vivendo, come canticchiava Lucio Battisti nella sua “con il Nastro Rosa”; intanto il Mauro nostro dispone le sue truppe e come Don Chisciotte mobilita non uno,ma ben tre “Sancho Panza”: gli scudieri del caso, sono la giovane promessa mai cresciuta Marco Chiriaco, Segretario del Circolo PD di Millesimo Roccavignale, noto nemico acerrimo del “cambiare verso” che solo a sentir parlare del Matteo Renzi gli veniva l’orticaria e il voltastomaco; e noto – soprattutto – per essersi fatto fare “fesso” nel suo Comune dal Renziano “doc” Amedeo Fracchia; il nuovo astro nascente Assessore ingegnere Andrea Manconi “mangia Renzi in un sol boccone” tanto da aver brevettato un nuovo menù per l’ormai prossima Festa Nazionale del Tartufo a base di “Cappone di Renzi tartufato” e, ovviamente, il Sancho Panza d’ordinanza, fiero e antichissimo scudiero capogruppo PD di Millëximo in ligure, esperto di disastri e protezione civile Roberto Pollero. Lo “strappo” è cosi acuto che neppure la Telecom riesce a mettere a posto il fil rouge dell’ufficio “transitorio e a termine” del Mauro “regionale” e sembra che persino il “mitissimo”, “amicissimo” e “compostissimo” Giovanni Lunardon, che non fa mai una piega neppure con l’ice bucket challenge, stavolta abbia esclamato “ azz, quoque Tu Mauretto! Permettetemi una nota conclusiva pro domo mea. I simpatici e ammirevoli Giovani del PD hanno accusato la povera “Velina Rossa” di Uomini Liberi di “plagio” nei confronti dell’unica vera velina storicamente esistita: il grande giornalista Pasquale Laurito! Per carità di Dio! lungi da me anche solo l’idea del “plagio”; ma, per correttezza e rispetto. da oggi mi firmerò semplicemente Velina Rosso Antico! (e un po’ di Pietro Nenni in questi tristi tempi ci sta pure bene). Cosi avrei deciso di chiudere ogni mio pezzo con una Sua Frase; quella di oggi detta in occasione della caduta di Mussolini e la sua scarcerazione da Ponza è “ Arriviamo a Terracina dopo ore di viaggio. Bandiere alle finestre, striscioni acclamanti l’esercito, scritte di ” Viva Badoglio”; è il solito volto dell’Italia festeggiante; l’Italia che non mi piace, quella che ha sempre pronto l’ applauso per ogni vincitore […]. Anche qui è tutto da rifare!”. Come ci aveva visto lungo Pietro Nenni. |