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Il Movimento 5 Stelle verso il cambiamento senza Grillo? Tanti i dubbi tra gli iscritti

Nel corso del prossimo fine settimana, i tavoli di lavoro del Movimento 5 Stelle si riuniranno per discutere temi fondamentali, tra cui la possibile riforma del ruolo del garante, attualmente ricoperto da Beppe Grillo, e il potenziale cambiamento del nome e simbolo del partito. Al centro del dibattito emerge la questione delicata: “Ridurre i poteri del garante (o eliminarlo del tutto)”, una mossa che potrebbe rappresentare un parricidio politico per il fondatore del Movimento.
Queste ipotesi sono state formalizzate nella “guida alla discussione per il confronto deliberativo nell’assemblea costituente”, documento elaborato dalla società “Avventura Urbana”. La guida riassume le proposte giunte nelle ultime settimane dagli iscritti e simpatizzanti del M5S (i documenti per la discussione hanno domande preconfezionate e “suggeriscono” persino le risposte) e servirà da base per i lavori dei 30 tavoli di discussione, formati da 330 sorteggiati e affiancati da esperti, tra cui alcuni parlamentari.
Tra i punti chiave, la revisione dei ruoli e dei poteri all’interno del Movimento, inclusa la potenziale cancellazione del ruolo di Grillo come garante, carica che attualmente è a tempo indeterminato. Al vaglio c’è anche l’opzione di limitare il potere del presidente del Movimento, Giuseppe Conte, in favore di un processo decisionale più collegiale. Tuttavia, a differenza del garante, l’ipotesi di eliminare la figura del presidente non è sul tavolo.
Il ruolo di garante, attualmente ricoperto da Grillo, è una posizione centrale per l’equilibrio del Movimento, tuttavia, le opzioni di riforma potrebbero portare a una significativa riduzione del suo potere, se non alla sua completa eliminazione.
Nel frattempo, un’altra questione aperta riguarda il cambiamento del nome e simbolo del Movimento, un passo che potrebbe riflettere una maggiore attenzione verso determinati ideali o battaglie identitarie. L’assemblea finale, prevista per il 23 e 24 novembre a Roma, sarà un momento decisivo per comprendere la direzione che prenderà il Movimento.
Nella guida è inclusa anche una nota metodologica che fornisce indicazioni sulle modifiche allo Statuto e al Codice Etico che porterebbe ad un’importante svolta: le decisioni chiave sul futuro del Movimento saranno prese attraverso votazioni interne subito dopo l’assemblea di novembre.
Resta incerto come Grillo si muoverà nelle prossime settimane. Potrebbe richiedere la ripetizione del voto se l’affluenza non raggiungesse la maggioranza assoluta degli iscritti, necessaria per convalidare le modifiche allo Statuto, oppure attendere la pubblicazione ufficiale del documento con le proposte di modifica prima di decidere se intervenire direttamente nel dibattito politico o se ricorrere alle vie legali.
Molte le domande e i dubbi tra gli iscritti: Se si vogliono cambiare simbolo nome e regole fondative, perché a questo punto non fondare un nuovo partito a immagine del Presidente, lasciando in pace il Movimento 5 Stelle con i suoi valori e principi?
Che senso ha rimettere totalmente in discussione lo statuto approvato appena tre anni fa?
Perché anziché una serena discussione sui motivi del calo di consenso del Movimento si vuole far fuori il fondatore, aizzando gli iscritti e con la collaborazione di società private?
Quanto potranno mai queste società indirizzare la discussione in una direzione non gradita al committente, cioè i vertici del Movimento? Quanti sono gli iscritti attuali dopo una decimazione per raggiungere il quorum necessario per cambiare lo statuto?
Con l’autunno ormai iniziato, il futuro del Movimento 5 Stelle appare sempre più incerto e il confronto interno si preannuncia acceso.

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