L’ultimo episodio che fa drizzare le antenne ai cellesi è quello delle Colonie Bergamasche: dove si doveva erigere un sontuoso albergo, ora si ergono 29 appartamenti. Una metamorfosi urbanistica che fa riflettere: dai sogni turistici si passa a ben più pragmatici progetti residenziali, con buona pace delle dichiarazioni iniziali. E se il passato è maestro di vita, forse qualche lezione potrebbe essere tratta anche per il futuro delle Colonie Milanesi.
La storia delle Colonie Milanesi è ormai degna di un romanzo epico. Da oltre trent’anni, il complesso versa in stato di abbandono, con un tetto che non resiste nemmeno alle intemperie. Nel frattempo, la Cassa Depositi e Prestiti — che sembra aver preso lezioni di pazienza zen dal sindaco — si limita a cercare finanziatori per un progetto che sulla carta sembra un paradiso: un albergo di lusso, una spa da sogno, una sala congressi e persino un ripascimento della spiaggia.
Ma la realtà, come spesso accade, è ben più complicata della teoria. La minoranza, con Caterina Mordeglia in testa, non si lascia incantare: “È essenziale controllare ogni passo del processo, pretendere chiarezza e monitorare con attenzione”. Il punto controverso? La parola “prevalente” che descrive l’indirizzo turistico. Un aggettivo che, per l’ex sindaca, lascia spazio a interpretazioni troppo generose.
Beltrame insiste: “Dobbiamo togliere vincoli troppo stringenti per facilitare l’attività turistica”. E certo, i cittadini non possono che augurarsi che l’albergo dei sogni si materializzi. Ma l’esperienza delle Bergamasche pesa come un macigno. Perché, anche allora, si prometteva turismo e sviluppo. Il risultato? Appartamenti. E non uno o due, ma ben 29 al posto del progettato hotel.
Il sindaco, forse per precauzione, aggiunge: “Non dimentichiamoci che dietro questo progetto c’è lo Stato”. Una frase che sembra voler tranquillizzare, ma che potrebbe sortire l’effetto opposto: i cittadini sanno bene che lo Stato è capace di tutto, compresa l’inattività.
Il dibattito è ancora aperto, e questa sera il consiglio comunale discuterà l’aggiornamento del piano regolatore. La sala Arecco ha già mostrato che i cittadini sono vigili, mentre il sindaco e l’opposizione si rimbalzano responsabilità e critiche. Resta un interrogativo: il mantra del “Non ci sarà residenziale” sarà davvero rispettato o è solo un’altra promessa che finirà sepolta sotto una palazzina di appartamenti?
Il tempo, come sempre, sarà galantuomo. Ma a Celle, intanto, il galantuomo si fa attendere da un bel pezzo.