Il lavoro rende liberi… Questa frase che aveva un sapore amaro e grottesco campeggiava all’ingresso del tristemente noto campo di concentramento di Auschwitz.
Ricordare e commemorare le vittime della Shoah, i crimini nazisti contro l’umanità devono essere sempre rammentati perché l’uomo mai più ricada in queste mostruosità.
Perché il 27 gennaio, è la giornata della memoria? perché dal punto di vista storico è quando si aprirono i cancelli di Auschwitz abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico, era appunto il 27 gennaio 1945.
Diceva Primo Levi:
l’olocausto e una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.
Il testo dell’assemblea generale ONU ha un passaggio importantissimo: “rifiutare qualsiasi tipo di negazione dell’olocausto come evento storico sia totale o parziale e condannare intolleranza odio e aggressività verso persone comunità etniche”.
Quello che deve farci pensare è che si trattò di un genocidio razionale, ben organizzato con una contabilità precisa, che si avvaleva di tecnologia e impianti efficienti per sterminare un popolo nel cuore dell’Europa.
Se vogliamo essere onesti con noi stessi e per rispetto dobbiamo condannare tutti genocidi senza esitazioni, sempre e ovunque avvengano.
Più di una volta il Papa ci ha esortato a sentirci una famiglia umana.
Ecco, amiche e amici ricordare è un modo perché non succeda più. Avverrà solo se impariamo a seguire progetti di pace, i nemici a stringersi la mano, disarmare la mano alzata del fratello contro il fratello, dove c’è l’odio fiorisca la concordia.
Queste esortazioni di Papa Francesco a mio avviso è il modo migliore di onorare e ricordare le tante donne e uomini che hanno subito il martirio nazista.
Roberto Paolino