I cittadini, uomini e donne intelligenti e di buon senso, non urbanisti, ma grandi conoscitori della propria città, detentori dello ius soli della mobilità ad honorem, hanno formato all’unisono un coro silenzioso con la penna che ha scritto i loro nomi, migliaia, ed ancora continuano a scrivere e scrivere su fogli e fogli.
No, io non ho firmato, perché mi rendo conto che les jeux sont faits e che mai e poi mai l’Amministrazione riconoscerà l’errore megalitico di non aver progettato soluzioni a favore della viabilità veicolare PRIMA di chiudere al traffico un tratto, pur breve di percorrenza, ma nodale.
Errare humanum est, ci mancherebbe, ma ciò che stride con insopportabili cigolii è la falsità di voler “a tutti i costi “dimostrare il contrario. Non basta un articolo sul giornale e la presentazione alle ore 12 dei tre “scenari” che risolverebbero il traffico savonese…. Più che altro, un’unica “sceneggiata” che, a posteriori presenterebbe tre progetti, venuti dopo il finanziamento della sistemazione pedonale di quel tratto di Corso Italia che già era stato chiuso da tempo alle auto, in una desolante e desertificata incuria.
Un goffo tentativo di giustificare a tutti i costi una scelta che di per sé non sarebbe scellerata, se fosse stata ponderata, progettata, realizzata secondo opportuni, scientifici approcci.
Quel che è peggio, è che la sceneggiata degli scenari illustra tre “soluzioni” che comprendono solo un ambito estremamente circoscritto, senza essere inserite in uno studio globale di insieme. Ma davvero l’Amministrazione è convinta che basti così poco a tacitare i cittadini? Ma, si sa, al gioco delle 3 carte vince sempre e solo il banco.
Maria Gilda Falco